PALERMO – L’ecatombe referendaria è tutta nei numeri della débâcle siciliana: i NO stravincono col 71,58% (un milione 619 mila 828 voti validi) mentre i SI raccolgono uno striminzitissimo 28,42 % (642 mila 980 voti validi). Nell’Isola hanno votato due milioni 284 mila 254 elettori con una percentuale del 56,65% degli aventi diritto. Palermo città ha contribuito in modo quasi bulgaro, dando un altolà inequivocabile alla riforma: i SI sono stati 81.997 (15.31%); i NO: 214.130 (72.31%). Il presidente del Consiglio Renzi, giunto in Sicilia più volte, e come mai successo in passato durante questa campagna referendaria, ha sbagliato a porre l’aut aut sulla sua persona ed il suo operato di governo, legando il suo destino politico all’esito del referendum. Ne ha snaturato il vero contenuto e si è tirato addosso gli strali di chi, magari non avrebbe neanche votato, ma che, invece, si è sentito chiamare in causa per dire SI o NO alle sue politiche ed ai conseguenti riflessi nell’Isola. Finita l’onda lunga della luna di miele tra Renzi ed il popolo italiano, dopo 1000 giorni di governo, ora si attendono gli altri sviluppi che, a cascata, potrebbero toccare anche al governo Crocetta.

Alessandro Accardo Palumbo
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