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Teatro Massimo Palermo, ecco il punto sulla gestione post Giambrone

Teatro Massimo Palermo, ecco il punto sulla gestione post Giambrone

Teatro Massimo Palermo, ecco il punto sulla gestione post Giambrone

PALERMO - I rumors si inseguivano da settimane ma adesso è arrivata anche l’ufficialità: Francesco Giambrone è il nuovo sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma. Dopo il voto unanime del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione lirica capitolina, presieduto dal sindaco Roberto Gualtieri, è arrivata la nomina del ministro della Cultura Dario Franceschini. “Ringrazio il sindaco e presidente della Fondazione – ha commentato Giambrone - il Ministro e il Consiglio d’Indirizzo per la fiducia accordatami. Sento la responsabilità di assumere la direzione di un teatro che negli anni è profondamente cambiato e si è riposizionato nel panorama nazionale e internazionale grazie alla guida di Carlo Fuortes (nominato amministratore delegato della Rai, nda) e al contributo e all’impegno di tutte le sue componenti artistiche, tecniche e amministrative, affrontando le incertezze e le criticità legate alla pandemia in corso con la volontà di non fermarsi, con curiosità e spirito innovativo. Si apre adesso una fase di ascolto e dialogo indispensabile per costruire un progetto condiviso da portare avanti nei prossimi anni. Ascolto del teatro e ascolto della città, con l’obiettivo di realizzare insieme un modello di teatro che possa essere sempre di più attento alla qualità delle proposte culturali e aperto alle esigenze della comunità”.

Finisce così, dopo sette anni e con due di anticipo sulla scadenza naturale del mandato nel 2024, l’esperienza di Giambrone alla guida del Teatro Massimo di Palermo. Anche se la dura legge dello spoil system avrebbe potuto anticiparne l’addio già nel 2022: il Comune è il principale socio della Fondazione e condiziona inevitabilmente la scelta del sovrintendente, seppur ratificata dal Ministero. Nel caso di vittoria del centrodestra alle Amministrative dell’anno prossimo, di conseguenza, la sua permanenza sarebbe stata tutt’altro che scontata. Il grande sponsor dell’ormai ex sovrintendente del Massimo, infatti, è da sempre Leoluca Orlando, giunto però alla fine della sua esperienza da sindaco. Adesso Orlando dovrà scegliere se accettare l’arrivo di un commissario, optare per un traghettatore fino alle urne o virare su un nome di prestigio che resista alle intemperie elettorali. “Esprimo grande apprezzamento al sovrintendente Giambrone – ha detto il sindaco - per avere contributo, in piena sintonia con le indicazioni del Consiglio d’Indirizzo e con il coinvolgimento di tutte le realtà interne alla Fondazione, a far vivere al Teatro Massimo, anche in tempi difficili di pandemia, una stagione di eccellenza artistica e di straordinaria presenza nella realtà territoriale”.

Classe 1957, cardiologo e giornalista pubblicista, critico musicale e di danza e docente universitario a Palermo, Firenze e allo Iulm di Milano, Giambrone è stato due volte assessore alla Cultura del capoluogo siciliano (dal maggio del 1995 al marzo del 2000 e dal maggio del 2012 al luglio del 2014) e due volte sovrintendente in piazza Verdi: già membro del Consiglio di amministrazione del Massimo nel 1994, ruolo grazie al quale ha contribuito alla sua storica riapertura nel 1997, ha svolto il suo primo mandato dal giugno del 1999 all’agosto del 2002. Dopo due esperienze da sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (2006-2009) e presidente del Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo (2007-2013), a luglio 2014 Giambrone ha accettato il suo secondo incarico al Massimo, all’epoca commissariato da due anni dopo la fine della gestione di Antonio Cognata. A settembre 2019 è stato eletto all’unanimità presidente dell’Anfols (l’Associazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche), dopo esserne stato vicepresidente dal 2015.

Ma che teatro lascia Giambrone? Sicuramente rilanciato sulla scena internazionale, grazie ai rapporti personali con star del calibro di Claudio Abbado (che diresse la Berlin Philharmonic in occasione della riapertura del 1997), Riccardo Muti, Zubin Metha (tornato a novembre con i Carmina Burana), Graham Vick, Pina Bausch e Placido Domingo. Senza dimenticare la prima pagina dell’edizione del New York Times del 14 marzo 2018, dedicata alla storia del teatro e alla sua nuova dimensione internazionale con le tournée in Oman e in Giappone, il Coro Arcobaleno (costituito insieme alla Consulta delle Culture e formato da ragazzi e ragazze delle comunità immigrate di Palermo) e l’incontro con le periferie grazie a “Opera Camion”, un allestimento in collaborazione con l’Opera di Roma per portare la lirica nei quartieri più poveri (su tutti il Danisinni). E ancora la Massimo Kids Orchestra che ha debuttato nel 2017, le dirette delle opere e dei concerti sul maxischermo in piazza Verdi con i biglietti a un euro, il sito rinnovato, l’app e la web tv con le dirette streaming durante il lockdown, fino alla stagione 2022 dedicata al trentennale delle stragi di mafia del 1992.

Al successore restano però anche le grane da risolvere. Se da una parte, infatti, la gestione di Cognata si era conclusa con l’occupazione del teatro e le proteste dei lavoratori e con Giambrone la Fondazione ha chiuso il bilancio di esercizio in attivo per sette anni consecutivi (dal 2012 al 2019) raggiungendo una sorta di “pax” sindacale, dall’altra resta sul tavolo la stabilizzazione delle decine di lavoratori precari fra corpo di ballo, orchestra e tecnici, senza contare i contraccolpi economici negativi della pandemia.

Gaspare Ingargiola

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