di Patrizia Penna -
ROMA - Partenza anticipata per quasi un italiano su tre (31%) che ha programmato di mettersi in viaggio per le festività di fine anno per raggiungere i luoghi di residenza, i parenti o le seconde case, con l’obiettivo di sfuggire alle limitazioni che stanno per scattare.
È quanto emerge dai risultati di un sondaggio sul sito della Coldiretti diffuso in occasione del weekend delle grandi partenze di Natale con un milione di italiani in movimento.
Si tratta in realtà soprattutto di ricongiungimenti familiari per l’emergenza Covid che quest’anno ha provocato un azzeramento pressoché totale del turismo per gli oltre 10 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in vacanza nel periodo delle feste, secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. Il risultato è una perdita stimata in 4,1 miliardi sono per le mancate spese dei turisti italiani di Natale e Capodanno che lo scorso anno hanno trascorso in media sei giorni fuori casa. Ad essere bloccati, oltre all’80% degli italiani che hanno scelto come meta principale la Penisola c’è anche il 20% che - continua la Coldiretti - aveva deciso di varcare il confine e che ora sono franti dalle misure cautelative adottate per il rientro in Italia dall’estero con l’obbligo di quarantena e il tampone obbligatori.
Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più alto - riferisce la Coldiretti - è la montagna con 3,8 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in vacanza sulla neve nelle feste di fine anno. Si tratta di uno stop destinato ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma - precisa la Coldiretti - sull'intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione - conclude la Coldiretti - svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l'abbandono e lo spopolamento.
Covid-19: turismo mondiale ridotto ai livelli del 1990
L'Organizzazione internazionale del turismo delle Nazioni Unite (Omt), intanto, ha fatto sapere che gli arrivi di turisti internazionali sono diminuiti del 72% nei primi 10 mesi del 2020, riportando il turismo mondiale a livelli mai visti dal 1990.
Le destinazioni globali hanno ricevuto 900 milioni di turisti internazionali in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, rappresentando una perdita di 935 miliardi di dollari per il settore, 10 volte di più rispetto alla crisi economica del 2009.
“Dall’inizio di questa crisi, Omt ha fornito ai governi e alle imprese dati affidabili che mostrano l'impatto senza precedenti della pandemia di Covid-19 sul turismo globale", dichiara il segretario generale dell'Omt, Zurab Pololikashvili.
“Anche se la notizia di un vaccino aumenta la fiducia dei viaggiatori, c'è ancora una lunga strada per la ripresa. Dobbiamo quindi intensificare i nostri sforzi per aprire in modo sicuro le frontiere sostenendo nel contempo l'occupazione e le imprese nel settore del turismo”, aggiunge prima di concludere: “è sempre più chiaro che il turismo è uno dei settori più colpiti da questa crisi senza precedenti”.
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