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Acqua, stangata in arrivo per i siciliani

Acqua, stangata in arrivo per i siciliani

Acqua, stangata in arrivo per i siciliani

L’acqua in Sicilia è estremamente costosa: nel 2023, secondo il centro studi Aps dell’Ircaf, l’Istituto ricerche consumo ambiente [1] e formazione, la famiglia media siciliana con 3 componenti e un consumo di 150 metri cubi ha speso 403,21 euro. Rispetto al 2017 si segnala un aumento della tariffe pari al 34,15%, 102,65 euro in più. Si tratta di circa 7 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale, che si ferma al 27,44%, per un importo di 81,54 euro. Con questi numeri, la Sicilia si trova al sesto posto per spesa familiare tra le regioni mentre la una media nazionale si attesta a 378, 69 euro.

Caro acqua, Enna super costosa

Se poi si scende ad un livello di specifica maggiore, Enna è la seconda città più costosa: la bolletta annua arriva addirittura a 663,38 euro, quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Enna è superata soltanto da Frosinone, poco sopra, a 666,08 euro. Il problema non sono solo i costi: i risultati relativi alla qualità tecnica del servizio idrico sono veramente deludenti. L’Ircaf, in continuità con analoghe indagini condotte per gli anni 2011, 2017 e 2021, ha voluto effettuare un’indagine sulla spesa annua nel 2022 e 2023. L’indagine ha riguardato 111 città (109 capoluoghi di provincia) italiane, ed ha analizzato gli aspetti della qualità tecnica e contrattuale, così come definite da Arera (autorità per le reti) per il territorio nazionale, delle gestioni dei bacini di utenza in cui sono inserite le 111 città. Lo scopo dell’indagine è di informare cittadini e operatori del settore sull’evoluzione della spesa della famiglia tipo, e stimolare e fornire spunti di riflessione utili al percorso avviato da Arera con la introduzione dei vari provvedimenti che tendono a standardizzare e a migliorare la qualità del servizio idrico fornito dai diversi operatori a livello nazionale.

I due parametri analizzati

L’Ircaf ha quindi lavorato nell’analisi del parametro Rqti, che definisce la qualità tecnica del servizio: per la ripartizione Sud e Isole, dice che, in riferimento ai 13 gestori del servizio, il 62% di questi è considerato scadente, l’8% pessimo e il 23% sufficiente, mentre solo 8% ha ricevuto una valutazione buona. Ancora, se si guarda alla valutazione in base al numero di abitanti, un totale di 3,2 milioni, il servizio è considerato scadente nel 72% dei casi, il 2% è pessimo, il 18% è considerato sufficiente, mentre solo il 9% è buono. È stato analizzato anche il parametro del Rqsii, definito dall’Arera, che attraverso una serie di indicatori va a descrivere la qualità contrattuale del sistema idrico integrato: Agrigento, ad esempio, nel 2021 segna un Rqti pessimo, ma un Rqsii buono; Caltanissetta è sufficiente per entrambi i parametri, mentre Catania ha un ottimo Rqsii, mentre è scadente in Rqti.

Qualità inferiore rispetto alla media nazionale

In una visione più ampia, nella zona Sud e Isole, ad una spesa media di poco inferiore alla media nazionale corrispondono sia una qualità tecnica che una qualità contrattuale molto inferiori alla media nazionale. Nelle altre ripartizioni la situazione è diversa: nella zona Centro, ad una spesa media molto superiore alla media nazionale, corrisponde una qualità tecnica del servizio in linea con la media nazionale ed una qualità contrattuale molto superiore alla media nazionale; nella zona Nord Ovest, invece, ad una spesa media molto inferiore alla media nazionale corrisponde una qualità sia tecnica che contrattuale superiori alla media nazionale. In ultimo, nella zona Nord Est, ad una spesa media di poco superiore alla media nazionale corrispondono una qualità tecnica molto superiore alla media nazionale e una qualità contrattuale molto superiore alla media nazionale: i tre quarti dei gestori si collocano nella fascia ottimale.

Migliori perfomance in gestori di media grandezza

In generale, le migliori performance in termini di qualità ad oggi sono nei gestori di grandezza media. I risultati delle analisi non sono però semplici numeri sulla carta: nelle zone Centro e Sud e Isole si sta cercando di recuperare il gap sulla qualità sia tecnica che contrattuale anche mediante l’aumento degli investimenti programmati.

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