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Caro carburanti, i nuovi prezzi

Caro carburanti, i nuovi prezzi

Caro carburanti, i nuovi prezzi

Il ricorso a nuovi provvedimenti per riuscire a superare lo choc del pezzo dei carburanti appare ormai come un obbligo per il Governo. In base alle ultime rilevazioni, infatti, lungo le autostrade italiane il prezzo della benzina in modalità self service ha toccato quota 2,021 euro al litro, mentre il gasolio self service è schizzato a 1,934 euro al litro. Maggiorati anche i costi del servito.

Inoltre, dal 1° agosto 2023 è diventato obbligatoria l’esposizione dei cartelloni con i prezzi medi di benzina e diesel da parte dei gestori delle stazioni di servizio, così come deciso nei mesi scorsi dall’esecutivo con l’approvazione del Decreto Trasparenza. Una mossa che, tuttavia, non sembra aver sortito gli effetti sperati con i costi dei carburanti che continuano a gonfiarsi, rosicchiando i risparmi degli automobilisti.

UNC: “Esposizione del cartello prezzi è fallimento”

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “il fallimento della pubblicazione del prezzo medio è ora sotto gli occhi di tutti, anche se all’epoca eravamo stati i soli, insieme all’Antitrust, ad averlo previsto, evidenziando che la mediana della distribuzione dei prezzi è inferiore alla media”.

E ancora: “Sono di più i distributori virtuosi che avendo comunque un prezzo sotto la media sono ora invogliati a farlo lievitare fino ad avvicinarsi alla media rispetto a quelli esosi e cari incentivati ad abbassare i loro listini, con il brillante risultato di livellare i prezzi verso l’alto”. Sempre secondo l’UNC “il rientro dalle vacanze è costato agli italiani il 2,6% in più per chi ha un’auto a benzina e il 5,8% per chi ha una vettura a gasolio”.

“Governo tagli le accise”

In base ai dati del Mimit, “in autostrada dal 1° agosto l’incremento è stato del 2% per la benzina e del 4,5% per il gasolio. Dati, però, che, pur considerando le differenti metodologie, anche temporali, non collimano con quelli ben più alti e verosimili del Mase, che da decenni pubblica le medie settimanali”.

Per Dona il Governo “continua a lavarsene le mani, preferendo continuare a incassare miliardi, visto che il 55,4% del prezzo della benzina e il 51,5% di quello del gasolio dipendono da accise e Iva”.

“Basterebbe una riduzione di 5 cent sulle accise, un quinto dello sconto di Draghi, per riportare la benzina sotto 1,9 euro al litro (1,887) e il gasolio sotto 1,8 euro (1,786), con un costo di 200 milioni al mese per l’Erario. Evidentemente il ministro Giorgetti quei soldi preferisce incassarli, considerando gli automobilisti dei polli da spennare”, conclude Dona.

redazione

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