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Il cibo a domicilio piace al Belpaese, lo scelgono quattro italiani su dieci

Il cibo a domicilio piace al Belpaese, lo scelgono quattro italiani su dieci

Il cibo a domicilio piace al Belpaese, lo scelgono quattro italiani su dieci

MILANO - La consegna di pasti a domicilio interessa quasi quattro italiani su dieci (37%) che hanno ordinato dal telefono o dal proprio pc pizza, piatti etnici o veri e propri cibi gourmet durante l’anno. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Censis sul food delivery diffusa dopo la chiusura delle indagini per caporalato sui rider per le consegne di cibo a domicilio con il commissariamento di Uber Italy.

In cima alla lista delle motivazioni di ricorso al cibo a domicilio c’è il fatto di essere stanchi e non avere voglia di cucinare (57,3%), ma c’è anche un 34,1% che indica di farvi ricorso in caso di cene con amici e parenti per stupire i commensali con piatti di qualità e con l’esplosione della pandemia si è aggiunta anche la ricerca di maggiore sicurezza rimanendo tra le mura domestiche.

“Il boom del cibo a domicilio nelle case degli italiani ha portato però - nota Coldiretti - un’accesa competizione sui costi tra le diverse piattaforme con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi, che rischia a volte di ripercuotersi sull’intera filiera, dal personale ai conti dei ristoratori fino ai loro fornitori dei prodotti agricoli e alimentari. Non a caso quattro italiani su dieci (38,1%) che ordinano il cibo sulle piattaforme web ritengono prioritario migliorare il rispetto dei diritti del lavoro dei riders”.

Ma oltre alle condizioni dei lavoratori, sono diversi gli aspetti del food delivery che andrebbero cambiati a giudizio di chi fa ricorso a questo tipo di piattaforme. Il 28% di chi riceve il cibo a casa richiama l’esigenza di una maggiore sicurezza dei prodotti durante il loro trasporto garantendo adeguati standard igienici, evitando ogni contaminazione e preservando la qualità del cibo, ma c’è anche un 25,3% che chiede alle piattaforme web di promuovere anche la qualità dei prodotti e degli ingredienti che propongono nei loro menù di vendita, e un altro 17,7% vorrebbe migliorare anche l’utilizzo di prodotti tipici e di fornitori locali.

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