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Lettori, cresce il divario Nord-Sud

Lettori, cresce il divario Nord-Sud

Lettori, cresce il divario Nord-Sud

PALERMO - Nonostante il lockdown, nonostante il tempo libero, nonostante il cambio di abitudini di molti, a causa dello smartworking, nel Sud Italia si continua a leggere poco, troppo poco. Lo dicono i dati raccolti dall’Aie, Associazione Italiana Editori, in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura (Cepell), che ha presentato al Salone Internazionale del libro di Torino, evento storico finalmente ritornato in presenza, i dati raccolti nel report “Leggere in pandemia #1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani”.

Se, in generale, gli italiani che leggono sono sempre meno, nelle regioni del Sud Italia la percentuale continua a scendere in modo inesorabile. Alla domanda: “Parliamo di libri. Pensando agli ultimi 12 mesi le è capitato di leggere anche solo in parte un libro di qualsiasi genere non solo di narrativa (come un romanzo, un giallo, fantasy, graphic novel...), ma anche un saggio, un manuale, una guida di viaggio o di cucina…su carta o in formato digitale o audiolibro? E se sì, più o meno quanti?”, nel 2019 rispondeva in maniera affermativa il 63% degli intervistati al Nord, il 61% al Centro e appena il 41% al Sud, ben 22 punti percentuali in meno alle zone di maggiore risposta positiva. Nel 2020 la situazione, non è migliorata: i numeri scendono ovunque, e il divario rimane quasi invariato. Le risposte positive al Nord sono del 60%, del 57% al Centro e del 40% al Sud.

Il 2021 segna il limite negativo: al Nord i lettori scendono al 59%, al Centro al 56%, e al Sud al 35%, segnando un gap di 24 punti percentuali, una forbice che aumenta, quindi, invece di diminuire. Se si guarda al campione intervistato dal punto di vista del titolo di studio, i dati dicono che i lettori con basso titolo di studio oggi sono il 36%, in calo di 14 punti percentuali in due anni, mentre i lettori con la laurea sono l’84%, in calo di 7 punti. Si mantiene invece intatto il differenziale tra uomini e donne: entrambi leggono meno di prima: sono lettrici il 60% delle donne, lettori il 52% degli uomini. Un buon aumento invece si registra nell’approccio ai nuovi mezzi, come gli e-book e gli audiolibri, che vedono invece il proprio mercato in espansione, per la maggiore facilità di fruizione anche al di fuori delle mura domestiche e nei tempi “morti” dei viaggi per recarsi a lavoro.

La non lettura è sempre più connotata come una condizione correlata al livello socio-economico, culturale e geografico: le fasce più deboli (basso titolo di studio, basso livello tecnologico, area geografica di residenza, ecc.) e chi vive nel Sud legge sempre meno libri.

“Si può guardare a questi dati da una duplice prospettiva - commenta il presidente del Centro per il libro e la lettura Marino Sinibaldi -. Oltre al calo dei lettori, c'è una preoccupante polarizzazione sempre più netta tra chi legge da sempre e lo ha fatto in questi mesi di più, acquistando più libri e dedicandoci più tempo, e chi alla lettura non si avvicina. Questo è oggi il campo della sfida e di un necessario cambio di rotta. Non possiamo deludere le attese di un pubblico di lettori forti ed esigenti. Ma dobbiamo concentrare impegni, azioni e anche fondi per ridurre quelle disuguaglianze che sono un grave problema culturale, sociale e infine politico”.

Un mercato sempre più dipendente da pochi, forti lettori. Tra i lettori, la maggioranza assoluta ha letto da uno a tre libri (il 55%), il 23% ha letto da 6 a 4 libri, il 14% da 11 a 7 e il 9% più di 12 libri. I forti lettori (più di 12 libri), leggono mediamente 17 libri l’anno, 3 in più di quanti non ne leggessero nel 2020. Oltre a leggere, comprano anche più di prima: in media 12,3 libri, due e mezzo in più dell’anno precedente. Il risultato è un mercato sempre più concentrato: il 59% delle copie vendute sono acquistate dal 23% dei lettori (quelli che leggono più di 7 copie l’anno).

Anche a guardare ai dati aggregati per età, non si riesce a trovare un elemento positivo: i lettori (15-75 anni) passano dal 65% del 2019 al 59% nel 2020, per scendere ancora al 56% quest’anno. La fascia d’età 15-17 anni è quella dove si registra il calo più robusto: sono i ragazzi che hanno scaricato e utilizzato, quindi un’altra forma di lettura, milioni di contenuti didattici integrativi per la didattica a distanza. Aumenta però rispetto al 2019 anche il tempo dedicato a questa attività: chi legge un’ora ogni giorno è oggi il 15% della popolazione contro il 9% di due anni fa.

Michele Giuliano

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