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Bando Mibact per i cineclub, ma c’è rischio estinzione

Bando Mibact per i cineclub, ma c’è rischio estinzione

Bando Mibact per i cineclub, ma c’è rischio estinzione

di Francesco Torre -

PALERMO - Se l'industria cinematografica nel suo complesso guarda con apprensione al mercato statunitense per cercare di cogliere le prospettive produttive e le strategie distributive (difendere la tradizionale uscita in sala o al contrario veicolare in maniera forzata una conversione allo streaming?), c'è un altro segmento storicamente responsabile della diffusione dei film e del linguaggio cinematografico nelle grandi città come nei piccoli centri, che mai come adesso si trova a vivere una fase di grande spaesamento: i cineclub.

Già in piena crisi di identità prima del Covid-19, chiusi tra i multiplex e il video on demand, perlopiù incapaci di intercettare il pubblico più giovane, i cineclub sono istituzioni culturali ormai quasi in via d'estinzione, resistenti solo grazie al volontariato degli operatori culturali e alle contribuzioni pubbliche, da anni però sempre meno generose.

Pensiamo al Ministero dei Beni Culturali: la Legge Cinema del 2016, chiamata a dare nuova e più equa redistribuzione dei fondi a disposizione, ha relegato le Associazioni nazionali di cultura cinematografica e i cineclub al ruolo di cenerentole del comparto, confinandole entro i limiti di un bando creato ad arte, il cosiddetto Cinecircoli, il cui fondo dal 2017 al 2019 è diminuito da 1,2 milioni a 800 mila euro.

L'edizione 2020 di questo bando, pubblicata nei giorni scorsi sul sito della Direzione generale Cinema, non presenta in questo senso grandi novità. Sono dunque confermati sia il totale del fondo a disposizione (gli 800 mila di cui sopra) sia la ripartizione delle somme alle tre categorie interessate (640.000 € alle Associazioni nazionali di cultura cinematografica; 80.000 € ai circoli di cultura cinematografica; 80.000 euro alle sale della comunità, qui inserite abbastanza surrettiziamente), così come è confermata l'infelice circostanza di dover presentare bilanci a consuntivo, per giunta in un annus horribilis come il presente, funestato da chiusure totali e parziali che hanno provocato una diminuzione del pubblico media rispetto al 2019 dell'80%, e causato l'annullamento di molte iniziative.

In questo senso, però, il bando si propone di essere magnanimo, in quanto potranno essere ammesse a contributo sia le iniziative annullate o svolte solo parzialmente per effetto dei provvedimenti di restrizione sociale per il contenimento dell'emergenza epidemiologica, sulla base delle spese sostenute, sia quelle rinviate al primo trimestre 2021.

In realtà, però, la traduzione di quanto espresso sopra in burocratese è molto meno attraente. Prendiamo ad esempio il caso di un cineclub che abbia dovuto annullare un'intera rassegna, rendendo nulli gli accordi già presi con i fornitori e, allo stesso tempo, rinunciando agli introiti da sbigliettamento.

Per il bando Cinecircoli l'iniziativa in oggetto, che non ha prodotto spese, praticamente non esisterà, con la conseguenza che il contributo per quell'ente si assottiglierà e le possibilità di rientrare del mancato introito per sbigliettamento (che magari copriva le spese di gestione che comunque saranno da affrontare) immancabilmente diminuiranno.

Nel 2021 riusciremo a capire chi riuscirà a sopravvivere a questo perverso meccanismo. Intanto informiamo che la richiesta di contributo al bando 2020 può essere effettuata solo tramite la piattaforma online del Ministero e deve essere consegnata con documenti a firma digitale entro il 6 novembre, che è possibile richiedere fino al 90% delle spese complessive ammissibili e che una commissione costituita appositamente stabilirà l'entità del premio.

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