Dal 1° gennaio 2023 sono scattati gli incrementi determinati dal taglio del cuneo fiscale inserito nella legge di bilancio. Nel testo della manovra si legge che “l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore è riconosciuto nella misura di 2 punti percentuali” per i redditi fino a 2.692 euro, ovvero 35mila euro lordi annui, considerata anche la tredicesima.
Aumenti grazie al taglio del cuneo fiscale
Gli aumenti nel 2023, grazie al taglio del cuneo fiscale, saranno pari a circa 10 euro per stipendi di 1.000 euro lordi mensili; 13 euro a chi riceve 1.300 euro; 15 euro per chi ha una busta paga di 1.500 euro; 17 euro in più per chi ha uno stipendio di 1.700 euro e 19 euro per coloro che prendono 1.900 euro.
Per stipendi mensili parametrati su 13 mensilità che non eccedano i 1.923 euro, il taglio “è incrementato di un ulteriore punto percentuale”. In pratica il Governo ha confermato il taglio del cuneo fiscale di 2 punti sui redditi fio a 35mila euro e portato a 3 punti il taglio delle imposte a chi ha un imponibile fino a 25mila euro.
Chi non riceverà l’aumento in busta paga a gennaio
Per i redditi compresi tra 25 e 35 mila euro non cambierà nulla rispetto alle buste paga degli ultimi mesi del 2022, già il Governo Draghi aveva introdotto la riduzione. Al contrario, chi guadagna fino a 25mila euro annui avrà un piccolo incremento sul salario a partire da gennaio 2023.
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