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“Microcredito di libertà”, dai centri antiviolenza in Sicilia i primi finanziamenti

“Microcredito di libertà”, dai centri antiviolenza in Sicilia i primi finanziamenti

“Microcredito di libertà”, dai centri antiviolenza in Sicilia i primi finanziamenti

PALERMO - Ripartire da se stesse e dalla propria indipendenza economica per trovare il proprio equilibrio e la propria strada. È questo lo scopo del “microcredito di libertà”. Arrivano dai centri antiviolenza le prime 10 richieste di donne, fuggite dai loro aguzzini, che per affrancarsi intendono avviare una propria attività imprenditoriale usufruendo del nuovo prestito agevolato fino a 50mila euro a tasso zero fino a sette anni.

Il prestito, con garanzia di Mcc (micro credito centrale) e con l’assistenza di un tutor, è stato reso disponibile per la prima volta in Italia grazie ad un protocollo firmato a Palermo lo scorso 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza di genere, tra l’ente nazionale per il microcredito e Fidimed, intermediario finanziario nazionale vigilato da Bankitalia.

Alcune di queste richieste arrivano dalla Sicilia e una, in particolare, punta al settore del turismo per realizzare e gestire un’attività ricettiva innovativa. Lo ha annunciato Marco Paoluzzi, responsabile area credito dell’ente nazionale per il Microcredito, intervenendo a Cefalù all’assemblea dei soci di Fidimed. “Si tratta di un progetto che vuole dare risposta a tutte quelle donne – ha detto Paoluzzi - vittime di violenza, che vogliono trovare in uno strumento finanziario come quello del microcredito sociale o del microcredito imprenditoriale uno strumento di riscatto, di indipendenza e un modo per emanciparsi da quella che è la violenza economica, che è una componente fondante della violenza di genere e della disparità di genere”. E le donne siciliane che hanno subito violenza sentono forte questo senso di rivalsa contro coloro che hanno cercato di tarparne le ali.“Alcune richieste stanno arrivando dalla Sicilia – ha continuato Paoluzzi -, stiamo incontrando i centri antiviolenza che opereranno come hub del progetto, luoghi in cui queste donne trovano assistenza e dove possono cominciare a fare il primo ragionamento su quello che potrebbe essere il loro percorso di fuoriuscita dall’emergenza”.

Il progetto rientra in quelle attività previste dal Pnrr per rilanciare l’economia di tutte quelle regioni europee che ancora stentano, e la Sicilia si trova purtroppo tra queste. Per un vero progresso, però, devono essere in primis le donne a trovare il proprio spazio, la propria dimensione economica e lavorativa.“Il nostro impegno è quello di supportare le necessità finanziarie delle Pmi, soprattutto adesso che i bandi del Pnrr stanno entrando nel vivo – ha detto Giuseppe Pignatelli, responsabile divisione imprese di Banca progetto, di cui Fidimed è partner –. Tanto che da più di un anno abbiamo creato un sito specifico di Banca progetto che segue i singoli bandi, e adesso vogliamo sostenere tutte le aziende che andranno a vincere questi bandi”.

Il supporto, dice Pignatelli, andrà a concretizzarsi sia nella fase di messa in atto del cantiere, sia nello svolgimento dei lavori, accompagnando le Pmi durante tutta la vita dell’investimento, dalla partecipazione ai bandi fino alla fase di cantierizzazione e di realizzazione dell’investimento.Per lavorare al meglio, Fidimed ha spinto sull’acceleratore in termini di digitalizzazione dei processi, trasformandosi in Fintech. Ne ha parlato Fabio Montesano, amministratore delegato di Fintech, che ha comunicato come si stia procedendo ad una semplificazione dei processi, anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale dovrebbe permettere un accesso ai servizi ancora più semplice.

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