Le tensioni commerciali innescate dai dazi dell’amministrazione Trump, insieme a un crescente ricorso a politiche protezionistiche da parte di vari Paesi, stanno mettendo a dura prova gli equilibri dell’economia mondiale. A lanciare l’allarme è il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle Considerazioni finali alla Relazione annuale dell’istituto.
Un sistema globale sempre più fragile
Secondo Panetta, l’attuale scenario “sta incrinando la fiducia a livello internazionale” e rischia di condurre “verso una crisi profonda degli equilibri che hanno sostenuto l’economia globale negli ultimi decenni”.
Dazi e filiere produttive: un rischio per l'integrazione
I dazi oggi in vigore potrebbero portare a una riduzione del commercio internazionale pari al 5%, con il conseguente rischio di una riconfigurazione delle filiere produttive globali. Questo fenomeno porterebbe a un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente, compromettendo decenni di interconnessioni costruite tra economie diverse.
Impatti oltre il commercio: finanza, capitale umano e innovazione
Ma i danni potenziali non si limitano all’ambito commerciale. Panetta ha sottolineato come le politiche protezionistiche possano alterare l’attuale struttura del sistema monetario internazionale, centrato sul dollaro, e limitare la libera circolazione dei capitali.
Le conseguenze, però, rischiano di estendersi anche alla mobilità delle persone, delle idee e delle conoscenze. L’indebolimento della cooperazione internazionale, in particolare nei settori scientifico e tecnologico, potrebbe ostacolare l’innovazione e frenare il progresso globale.
Un futuro incerto per la prosperità condivisa
“A lungo andare – ha concluso Panetta – verrebbero compromessi i presupposti stessi della prosperità condivisa”. Le scelte dell’amministrazione americana rappresentano oggi il principale catalizzatore di questo cambiamento, ma si innestano in un contesto globale già attraversato da trasformazioni rapide e profonde.
(askanews)
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