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Produzione olio, crollo del 20% in Sicilia ma più qualità

Produzione olio, crollo del 20% in Sicilia ma più qualità

Produzione olio, crollo del 20% in Sicilia ma più qualità

PALERMO - La produzione di olio in Sicilia migliora in qualità, ma il calo della quantità è preoccupante per tutto il futuro economico del settore. Ad ufficializzare il dato, Rosario Vitale di Assolivo-coltivatori Sicilia.

Il raccolto di quest’anno ha infatti subito un calo del 20% rispetto al 2019: il lato positivo è sicuramente l’alta qualità del prodotto, in quanto, dice Vitale “Assolivo-coltivatori sul territorio è stato determinante a una politica del 'no' ai pesticidi, e quindi di coltura a tutela dell'ambiente e del mangiare sano”.

Un punto di orgoglio per l’associazione, che vanta “il pregio di definirsi pro api pro ambiente per un mangiare sano”. Un progetto di sostenibilità ambientale della produzione agricola che deve trovare un equilibrio tra rispetto dei cicli e dei tempi della natura e le esigenze economiche. L’obiettivo è anche di mantenere un prezzo “equo” per un olio extra vergine di oliva di altissima qualità, che quest'anno si attesta al frantoio a 7 euro litro.

“Anche se di buona qualità, l’annata olearia presenta un preoccupante calo di produzione che inciderà negativamente sui bilanci delle aziende siciliane”: parole di Salvino Caputo, responsabile del dipartimento regionale per le Attività produttive di Forza Italia, che evidenzia come la qualità non può bastare se poi il prodotto da vendere non è abbastanza. Proprio il rappresentante azzurro è stato nei giorni scorsi a Balestrate, nel palermitano, incontrando gli esponenti di Assolivo e numerosi agricoltori del comprensorio aderenti alla stessa associazione, e fortemente preoccupati per il drastico calo del prodotto.

“L’eccessivo caldo accompagnato dalla siccità e il danno causato alle piante dai parassiti – ha aggiunto Caputo – ridurranno notevolmente la produzione dell’olio in Sicilia. Un calo che inciderà inevitabilmente sui livelli di produzione nazionale di olio”.

Un problema che si aggiunge alle conseguenze dell’emergenza sanitaria da Covid 19, che ha portato ad una ridotta attività dei centri commerciali e degli esercizi di ristorazione e dalla concorrenza spagnola e tunisina, che ha potuto sfruttare i mesi del lockdown italiano per proseguire ad erodere spazio ai nostri produttori sul mercato mondiale. Adesso il calo della quantità del prodotto agricolo rischia di mettere in ginocchio l’intero settore, e di aprire situazioni di crisi all’interno di molte aziende siciliane.

“Unitamente a Rosario Vitale, che per altro riveste il ruolo di consigliere comunale di Forza Italia a Balestrate, chiederemo all’assessore all'Agricoltura Edy Bandiera – ha evidenziato Salvino Caputo – di promuovere un incontro con i rappresentanti del settore oleario per individuare i provvedimenti da adottare a tutela del comparto. Non possiamo certamente permetterci un nuovo fronte di crisi all’interno della Agricoltura siciliana, già duramente provata da mesi di blocco dovuto alla crisi”.

Il calo produttivo non riguarda solo la Sicilia, ma l’intera produzione italiana. Secondo la Coldiretti quest’anno si passerà ad un totale di circa 287 milioni di chili rispetto ai 366 milioni di chili della campagna precedente. E l’emergenza sanitaria è stata pagata molto cara, con i prezzi pagati ai produttori di olive crollati del 44%. Oltre ai problemi legati alla presenza sul mercato internazionale di olio estero di scarsa qualità, gravi danni potrebbero arrivare anche dalla diffusione di sistemi di etichettatura, come il semaforo britannico o il nutriscore francese, che paradossalmente frenano la vendita di prodotti sani e naturali come l’olio per il suo contenuto di grassi.

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