“La recessione che si profila all’orizzonte rischia di dare il colpo di grazia a numerosi settori dell’economia nazionale. Primo tra tutti il mondo della ristorazione che è risultato il più colpito nei due anni di pandemia. Ecco perché questo scenario deve essere scongiurato in ogni modo possibile”.
Lo afferma Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, a commento dei dati sul crollo della fiducia di famiglie e imprese registrate dall’Istat nel corso del mese di settembre.
Ristorazione settore più colpito dalla pandemia
“Secondo i dati raccolti dall’Istat ed elaborati dal nostro Ufficio Studi – prosegue la Fipe – tra 2019 e 2021 la ristorazione ha perso oltre 21 miliardi di euro di consumi, risultando il settore più colpito dagli effetti negativi della pandemia e dai numerosi lockdown“.
“Un ulteriore stop, determinato dalla congiuntura internazionale, da un’inflazione fuori controllo e dall’impennata dei costi dell’energia non potrebbe essere assorbito dalle imprese della ristorazione, componente predominante dell’economia turistica nazionale”, conclude Fipe-Confcommercio.
Ristorazione, anche in Sicilia tante imprese in apnea
E a soffrire, per quanto riguarda la ristorazione, sono anche quelle attività siciliane vessate dai costi insostenibili per l’energia. In questi giorni sono numerose le piccole imprese del settore che sono costrette a stringere la cinghia o addirittura chiudere a causa delle spese.
Caso eclatante quello dello storico bar Gran Caffè di Isola delle Femmine, a Palermo, che ha dovuto fare i conti con una bolletta bimestrale di 30mila euro.
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Il locale, dal prossimo 3 ottobre, sarà costretta a fermarsi momentaneamente. Una brutta notizia per i frequentatori e, in particolar modo, per i lavoratori che dovranno rinunciare a presentarsi sul posto di lavoro.
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