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Sicilia, economia in ginocchio. Rinascere si può, ecco come

Sicilia, economia in ginocchio. Rinascere si può, ecco come

Sicilia, economia in ginocchio. Rinascere si può, ecco come

A quasi un anno dall’inizio dell’emergenza pandemica che ha paralizzato l’Italia e inferto un colpo durissimo e senza precedenti all’economia mondiale, grazie ai vaccini si comincia finalmente ad intravedere la luce in fondo al tunnel, seppure tra tante difficoltà ed incertezze.

Nel frattempo, la crisi morde, soprattutto in Sicilia, nonostante gli aiuti messi a disposizione dai governi nazionale e regionale.
Nell’Isola la strada verso la ripresa è tutta in salita, a causa di un’economia già fortemente penalizzata da pesanti ritardi infrastrutturali e da un tessuto produttivo estremamente fragile.

Nell’approfondimento di oggi il Quotidiano di Sicilia ha scelto di dare voce al territorio, col preciso intento di capire da quali presupposti dovrà partire la lunga e dolorosa fase di ricostruzione post-pandemia di cui tanto si parla ma che di fatto non è ancora neanche iniziata.

giuseppe messina ugl sicilia

Giuseppe Messina, segretario regionale Ugl Sicilia: “Risorse a fondo perduto a imprese in crisi”

Ristori, quali errori ha commesso il Governo Conte?

“Siamo di fronte ad uno scenario drammatico, il governo nazionale ha puntato solo sulle politiche passive trascurando del tutto quelle attive, fondamentali per far ripartire il sistema. Sul fronte sanitario, le polemiche sull’approvvigionamento del vaccino sono un esempio chiaro di inadeguatezza nella gesitone della crisi pandemica: manca visione di medio e lungo periodo. Il supporto della Regione siciliana non è mancato anche se ha fatto i conti con limiti di bilancio e riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale dopo anni di tagli alla spesa”.

Quali gli interventi che invece andavano messi in atto?
“Il Governo nazionale, non erogando contributi a fondo perduto per le imprese, non ha creato i presupposti per una ripresa delle attività e dell’occupazione. È necessario prorogare il blocco licenziamenti per tutto il 2021 e rimettere in piedi tessuto economico e sociale dell’Italia. Sul Recovery Plan il Governo destini i fondi per ripresa occupazione, sanità e opere pubbliche per far ripartire il Paese, guardando al Sud. Il governo regionale con legge finanziaria ha destinato 200 milioni di euro ai Comuni, per assistenza alimentare famiglie più disagiate ed ulteriori 100 milioni di euro per istituire, presso l’Irfis, un Fondo per il finanziamento al consumo per le famiglie. Previsti prestiti, in parte a fondo perduto, fino a cinquemila euro, a interessi zero. Per il sostegno alle imprese la Regione ha previsto due tipi di interventi: sovvenzioni e finanziamenti per il credito d’esercizio, per assicurare la liquidità”.

Sul Recovery plan tutte le sigle sindacali si dicono pronte al confronto. Quali proposte avanzerete?
“Usare una parte dei fondi del Recovery plan per rilancio e sostegno occupazione, abbassando cuneo fiscale alle imprese, esonerando il 30% dei contributi previdenziali da versare per occupati aziende aree del Sud, detassando straordinari e premi produzione. Supportare le imprese più sofferenti con interventi finanziari a fondo perduto e non con bonus e assistenza. Anche il reddito di cittadinanza si è rivelato solo una misura di politica passiva in assenza di prospettiva di lavoro. Il governo regionale con Recovery plan punti ad investimenti, digitalizzazione, riforma forestali, consorzi di bonifica, trasporti, partecipate, apparato regionale, agroalimentare, beni culturali e naturalistici e offerta turistica con mobilità integrata e sostenibile; rafforzi i mestieri di minori e i giovani con un sistema di istruzione e formazione professionale dentro le regole, rivedendo quota Iva e stop prelievo forzoso da Roma”.

Paola Giordano

claudio barone

Claudio Barone, segretario regionale Uil Sicilia: “Pensioni, anziani più tutelati? Vero solo in parte”

A un anno dall’inizio della pandemia e della conseguenti misure restrittive che hanno aggravato la già precaria situazione economica del nostro paese e in particolare della Sicilia, l’Italia continua ad arrancare e non trovare alternative alle chiusure coatte della attività economiche. In attesa che l’attuazione del piano vaccinale renda possibile un progressivo ritorno alla normalità, abbiamo intervistato il segretario della Uil Sicilia, Claudio Barone, per tentare di capire qual è la condizione dei lavoratori siciliani dopo questi mesi di lockdown.

Qual è stato l’impatto della crisi su dipendenti pubblici e pensionati?
“Indubbiamente queste due categorie hanno beneficiato della continuità dello stipendio o della pensione senza dovere ricorrere ad ammortizzatori. Ciò ha garantito a moltissimi nuclei familiari -pensiamo a figli e nipoti - di potere contare su un reddito certo a fronte dei ritardi registrati da chi ha dovuto ricorrere invece agli aiuti. Va tenuto presente, in particolare per i pensionati, che l’emergenza Covid ha reso più difficile e oneroso l’accesso agli ordinari presidi medici”.

Il sostegno ricevuto dal governo nazionale e da quello regionale, è stato sufficiente a limitare i gravissimi danni causati dall’emergenza pandemica? Sono state fatte le scelte giuste o si poteva agire diversamente?
“Ci sono categorie che non hanno beneficiato per niente o in maniera insufficiente degli aiuti economici, come i contratti stagionali a termine per il settore del turismo e della ristorazione. Comunque si è registrato un ritardo nell’erogazione degli aiuti, all’inizio drammatico ma ancora attuale. Per questo, in presenza del perdurare della crisi e nell’incertezza dei tempi dei vaccini, abbiamo chiesto di prorogare con il blocco dei licenziamenti e la cig Covid”.

Cosa bisogna fare per guardare alla ricostruzione e al futuro con un minimo di ottimismo?
“Non può essere procrastinata la riforma strutturale degli ammortizzatori sociali. Per la ripresa è fondamentale capire se i provvedimenti previsti dal Fondo nuove competenze, che finanzia la formazione professionale a chi riprende l’attività produttiva, può essere una risposta. Servono comunque strutture efficienti per gestire le considerevoli risorse destinate alle Politiche attive del lavoro, risorse sino ad oggi spese poco e male. Chiediamo anche la riforma del sistema pensionistico e una legge sulla non autosufficienza che proceda in parallelo alla riorganizzazione del sistema sanitario su base territoriale”.

Valeria Arena

sebastiano-cappuccio-Cisl

Sebastiano Cappuccio, Segretario generale Cisl Sicilia: “Tutela lavoratori, guardare al futuroe investire più risorse”

Dipendenti pubblici e pensionati sono considerate le due categorie ad aver patito meno la crisi economica scatenata dalla pandemia: è così?
“No, la pandemia sta mettendo in grave crisi l’intero sistema economico sociale e quindi credo che non ci sia nessuno escluso da questa grandissima difficoltà. Per la verità i pensionati sono stati colpiti in modo molto più pesante, perché sono quelli che hanno subito di più fino ad oggi gli effetti della pandemia. Fra le mortalità e le persone ricoverate il numero dei pensionati è altissimo. Peraltro sono penalizzati per la loro condizione, che li tiene chiusi a casa e in caso di disabilità o non autosufficienza viene loro a mancare l'assistenza. Invece ai pubblici dipendenti si attribuisce a una responsabilità che non sta in capo a loro, ma a chi dovrebbe rispondere del governo della struttura pubblica e che avrebbe dovuto, partendo dagli anni scorsi, ma soprattutto adesso, ragionare su un riassetto complessivo e funzionale della pubblica amministrazione. I dipendenti pubblici sono impegnati a sopperire ad una serie di inefficienze. Occorre un rilancio della pubblica amministrazione attraverso i soldi del Recovery fund, realizzando la digitalizzazione e un riordino delle funzioni pubbliche istituzionali. Coloro che lavorano del settore della sanità, e li possiamo annoverare tra i pubblici dipendenti, hanno dimostrato una vicinanza alle difficoltà delle persone incredibile. La pandemia quindi sta mettendo in luce l'esigenza di un nuovo equilibrio economico sociale nel nostro paese”.

Il supporto ai lavoratori ricevuto dai governi nazionale e regionale a fronte di una crisi sanitaria ed economica senza precedenti è stato sufficiente? Gli interventi messi in atto sono stati soddisfacenti?
“Gli interventi sono esclusivamente dei provvedimenti tampone che hanno cercato di trovare un minimo di risposta e che non sono arrivati fino in fondo. Ci sarebbe bisogno di mettere in campo un grande patto di responsabilità , ridisegnando un modello nuovo di sviluppo che sia adeguato a quelli che sono i bisogni della società. Mi riferisco alla sanità, alle infrastrutture, alla esigenza di mettere in campo una crescita del lavoro e dell'occupazione. Senza lavoro non si cresce e non si crea nulla”.

Tutela dei lavoratori: quali sono le vostre proposte?
“Nel mese di marzo scade il blocco dei licenziamenti e per noi è fondamentale che si immettano risorse per sostenere il lavoro che si sta perdendo e che sarà la base di partenza per il futuro. Soprattutto per noi che siamo in Sicilia, questo è uno dei momenti storici più importanti per potere ricongiungere questa regione al resto del Paese. Ci sono le risorse e le condizioni, ma serve una grande responsabilità da parte di tutti”.

Raffaella Pessina

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Gaetana D’Agostino, presidente Ordine psicologi Sicilia: "Anche noi colpiti dalla crisi"

La pandemia da Coronavirus ha cambiato lo scenario sociale ed economico del Paese, aprendo talora preoccupanti squarci di incertezza in molteplici categorie lavorative.
Nell’intervista che vi proponiamo ci siamo soffermati sulla categoria degli psicologi, al fine di indagare quale impatto lo psicologo, all’interno della sua attività professionale, ha subito a causa della pandemia e come la stessa ne abbia modificato il ruolo sociale.
Lo abbiamo fatto attraverso la testimonianza di Gaetana D’Agostino, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sicilia.

Dottoressa D’Agostino, può dirci qual è stato l’impatto della pandemia sulla vostra categoria professionale?
“Nella prima fase del lockdown gli psicologi hanno dovuto rimodulare il setting di intervento prediligendo l’utilizzo della modalità telematica, ciò facendo seguito alle indicazioni dei vari Dpcm che hanno portato l’Ordine all’individuazione di basilari linee di indirizzo per l’organizzazione dell’attività professionale. Riguardo agli ambiti di azione, sono state riscontrate numerose difficoltà professionali negli interventi domiciliari, riabilitativi e nelle aree giuridiche, scolastiche e sportive”.

Quale supporto avete avuto dai governi nazionale e regionale a fronte di una crisi sanitaria ed economica senza precedenti?
“La nostra categoria non è stata immune alla crisi che ha colpito in maniera trasversale tutte le professioni. I sussidi statali, erogati tramite la nostra cassa di previdenza Enpap, hanno fortunatamente limitato le perdite causate dall’avvento della pandemia, con quasi il 50% degli psicologi siciliani iscritti all’Enpap che ha richiesto e ottenuto i sussidi previsti. Non possediamo dati aggiornati sull’andamento lavorativo degli psicologi, ma possiamo comunicare che nei mesi successivi alla prima ondata si sono aperte diverse occasioni per la categoria. L’emergenza sanitaria ha messo chiaramente in luce un enorme bisogno di psicologia, lo testimonia l’impiego di professionisti nei reparti Covid, nelle Usca e nelle scuole di ogni ordine e grado”.

Alla luce di quanto prima detto, quale contributo potete dare alla ripresa?
“Il ruolo dello psicologo è fondamentale nell’incremento del benessere psicologico, nei momenti travagliati che la vita quotidiana pone. Oggi più che mai il disagio si è fatto più forte anche a causa della pandemia che ha innalzato vertiginosamente i livelli di incertezza e ansia. Promuovere il benessere psicologico oggi significa creare le condizioni per una ripresa individuale, sociale ed economica. Il sostegno psicologico nei momenti di crisi aiuta la persona a incrementare i sentimenti di speranza e fiducia in un futuro migliore. Occorre, a mio avviso, una riflessione più ampia sulla salute e si rende prioritario cominciare a investire in Salute, e non attivarsi solo in situazioni di emergenza”.

Angela Ganci

Antonino La Spina-UNPLI SICILIA

Antonino La Spina, presidente Unpli Sicilia: “Turismo, settore che sta pagando di più”

Qual è stato l’impatto economico della pandemia sul comparto turistico?
“Il turismo è uno dei comparti che sta pagando di più, ed in maniera devastante, gli effetti della pandemia, la contrazione dei flussi, in entrata ed in uscita, è evidente. Il report presentato da Bankitalia fissa nero su bianco, indicando in un -70% le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, nel raffronto ottobre 2020/ottobre 2021. Cifre che non hanno bisogno di commenti. Sul fronte delle attività delle Pro Loco, noi stimiamo un crollo degli eventi di almeno l’80%, ma ne sapremo di più a breve, avendo avviato un un’indagine tra le nostre associate per raccogliere informazioni sull’attività svolta in seguito all’emergenza Covid e sulle prospettive per i prossimi mesi. I dati saranno elaborati da al “Centro Studi Sintesi – CGIA Mestre” che ha già curato l’indagine sull’impatto sociale ed economico delle attività Pro Loco; uno studio che ha attestato come nel 2018 Le Pro Loco hanno organizzato 110mila eventi, numero purtroppo lontanissimi da quelli del 2020".

Quale supporto avete avuto dai governi nazionale e regionale a fronte di una crisi sanitaria ed economica senza precedenti? Gli interventi messi in atto sono stati soddisfacenti?
“Il rapporto con le istituzioni centrali è costante, in più di un’occasione è stato riconosciuto l’importante ruolo rivestito dalle nostre associazioni. Sul fronte delle istituzioni territoriali, sono molte le Regioni che supportano l’ordinaria azione delle Pro Loco con interventi finanziari per l’avvio di tutte le attività di animazione territoriale; spiace che ad oggi la Regione Siciliana nonostante i contatti avuti e l’indubbio valore delle attività svolte dalle 268 Pro Loco non abbia istituto nemmeno il capitolo di bilancio per un eventuale supporto, a fronte di un servizio reso dai nostri volontari. Sul fronte del supporto per gli effetti della pandemia in alcuni casi, a livello regionale e locale, sono stati stanziati anche importi ad hoc".

Quali sono le vostre proposte per far ripartire l’economia, con riferimento specifico alle categorie che rappresentate?
“Abbiamo chiesto interventi urgenti di contenimento delle chiusure e delle sospensioni delle attività ed azioni necessarie per ridurre l’impatto che la situazione sta avendo su tutti gli attori che operano per l’animazione culturale dei territori come, da sempre, fanno le Pro Loco. Riteniamo necessario, inoltre, uno stanziamento con adeguate risorse economiche per un corretto svolgimento della progettualità culturale, creando un fondo di solidarietà per poter dare sostegno a tutte le Pro Loco che hanno subito e che purtroppo continueranno a subire le conseguenze dei recenti eventi con ripercussioni non solo nell’immediato, ma soprattutto nella programmazione annuale a medio e lungo termine: in sostanza sono necessari contributi per organizzare eventi al 100%, in quanto l’autofinanziamento sarà quasi impossibile".

Eleonora Fichera

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