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Sport, generale apprensione per lo stop alle agevolazioni fiscali

Sport, generale apprensione per lo stop alle agevolazioni fiscali

Sport, generale apprensione per lo stop alle agevolazioni fiscali

Proprio mentre oggi si attende una buona notizia per tutto il mondo dello sport con la firma del decreto attuativo del credito d'imposta per gli sponsor delle società sportive da parte del premier Conte e dei ministri Gualtieri e Spadafora, ieri una doccia fredda dell'Agenzia delle Entrate ha gelato i club sportivi delle varie Serie A. E non solo. In una circolare, l'Agenzia ha infatti fornito una serie di chiarimenti sul "regime agevolato degli impatriati", che nel cosiddetto Decreto Crescita (Dl n.34/2019) era stato ampliato anche agli sportivi professionisti e per questo sfruttata da tante società di Serie A: chiarimenti che hanno di fatto bloccato il provvedimento, con nuovi problemi per le società. In base alla norma, a chi sposta la propria residenza in Italia dopo due anni trascorsi all'estero, e per almeno due anni, viene applicata una tassazione agevolata: per gli sportivi, la percentuale dell'imponibile è fissata al 50%, con un ulteriore 0,5% della base imponibile che deve essere destinato ai settori giovanili (con modalità da definire tramite Dpcm). Una normativa approvata nell'estate 2019 che ha agevolato e non poco i club, capaci di attirare campioni con stipendi alti riducendo il costo lordo a bilancio: da Lukaku a De Ligt fino a Ibrahimovic, Ribery ed Eriksen, sono diversi i casi in cui le società italiane hanno approfittato del Decreto Crescita per acquistare giocatori dall'estero. Ma è arrivata la doccia gelata: la circolare 33/E dell'Agenzia delle Entrate ha infatti precisato che la norma non può venire applicata per gli sportivi professionisti finché non verrà emanato il Dpcm di cui sopra. Un danno non da poco per i club di Serie A (ma anche di altri sport come il basket), che si potrebbero trovare costretti a rimborsare una fetta corposa di tasse dovute, senza considerare l'impatto sul calciomercato di gennaio che prenderà il via nei prossimi giorni: il rischio è che tanti tra gli obiettivi all'estero possano svanire, in attesa di ulteriori chiarimenti. Non a caso, ieri sia la Federcalcio che la Federazione pallacanestro, tramite i rispettivi presidenti, si sono affrettate a scrivere ai Ministri dell'Economia Roberto Gualtieri e, nel caso della Figc, anche a quello dello Sport Vincenzo Spadafora, per manifestare "notevoli preoccupazioni" relativamente alla circolare dell'Agenzia. Si chiedono anche chiarimenti e si sollecita, da parte della Figc, "di avviare, quanto prima, ogni iniziativa al fine dell'adozione del Dpcm da porre in essere". Aspettando novità dal Governo, intanto c'è chi, come Inter e Juventus, hanno già accantonato nell'ultimo bilancio la cifra eventualmente da rimborsare (rispettivamente 11 e 7 milioni di euro) anche se l'impatto rischia di essere maggiore. Il problema per tante società riguarderà soprattutto la liquidità, già messa sotto stress dalla chiusura degli stadi e dai minori ricavi. Il dubbio per i club riguarda non solo come comportarsi per il futuro, ma anche cosa fare per gli stipendi, quello di dicembre ma anche quelli già versati nel 2020. Tra le ipotesi c'è quella di versare subito quanto dovuto (indipendentemente dall'eventuale e atteso Dpcm), con conseguente aumento dei costi, per non rischiare un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate, oppure di attendere il Governo. In sostanza, il rischio rimane quello di un ulteriore e importante motivo di tensione economica per i club, già colpiti pesantemente dalle difficoltà legate al covid.

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