Tasse, nel 2021 previsto un nuovo step in vista dell’abbassamento
Aiuti per le aziende ancora in difficoltà ma basta "cig gratis per tutti".
E un nuovo step per il taglio delle tasse, sempre nell'ottica di ridurre il peso del fisco sul lavoro e sulle imprese, dopo il taglio del cuneo avviato a metà anno.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri non entra nei dettagli dei piani del governo guidato da Giuseppe Conte, ma ribadisce che si sta lavorando a pieno ritmo per fare in modo che la ripresa, che comincia ad affacciarsi, prosegua anche nei prossimi anni, anche quando finirà il flusso dei 209 miliardi del Recovery Fund.
Parlando ad Assisi all'appuntamento del Cortile di Francesco, Gualtieri vede un governo che andrà avanti perché le elezioni di questo weekend sono importanti "per i cittadini delle regioni, quelle che invece decidono il governo sono le elezioni politiche".
E il primo appuntamento post-elettorale per l'esecutivo sarà la Nota di aggiornamento al Def che arriverà in Consiglio dei ministri "il 28 o il 29 settembre".
Il ministro conferma che la caduta del Pil nel 2019 sarà un po' meno grave di quanto indicato dai maggiori previsori e si fermerà "a una cifra". L'ipotesi circolata è di un prodotto attorno a -9%, che il ministro non commenta, sottolineando però che si tratterà di una stima "prudente" che dà per scontata una frenata a fine, dopo il rimbalzo "impetuoso" atteso per il terzo trimestre, "superiore al calo del secondo che mi pare era 12,8%".
A dare ossigeno ai conti pubblici dal prossimo anno ci saranno anche i fondi europei: è "una fake news" che l'Italia sia in ritardo nel presentare il piano, ha chiarito Gualtieri, confermando che a metà ottobre sarà inviato a Bruxelles un primo documento "alla francese" con le prime cifre e i primi dettagli dei progetti e che solo a gennaio, quando sarà completato l'iter legislativo per la creazione del nuovo strumento europeo, ci sarà la scadenza per presentare il piano vero e proprio.
Non sarà comunque il Recovery a finanziare il taglio delle tasse perché "la riduzione delle imposte è una spesa strutturale, quindi non finisce quando finisce il recovery e non sarebbe una geniale azione di politica fiscale" abbassarle "per poi rialzarle".
I fondi europei però potranno "sostenere e finanziare l'entrata a regime della riforma fiscale", che passerà anche per il miglioramento degli strumenti per la lotta a evasione ed elusione fiscale o "la digitalizzazione dei pagamenti". L'intenzione è comunque quella di proseguire anche nel 2021 "sulla strada della riduzione sul lavoro e sull'impresa" ma "la riforma fiscale non potrà che entrare in vigore a moduli".
Per la rivoluzione dell'intero sistema dell'Irpef, insomma, ancora bisognerà attendere e nelle linee guida sul Recovery inviate al Parlamento, infatti, si tratteggia un percorso attraverso una delega fiscale e i relativi decreti attuativi.
Sul fronte dell'occupazione Gualtieri ha difeso la scelta di protezione generalizzata dei posti di lavoro messa in campo nei mesi dell'emergenza, escludendo però che lo strumento della Cassa Covid - con le 18 settimane aggiuntive che si possono utilizzare entro la fine dell'anno - possa essere riproposto nel 2021.
Bisognerà invece intervenire "sulle politiche attive" pur mantenendo "qualche elemento specifico per sostenere i settori più in difficoltà".
Articolo precedente Banche, Unimpresa, prestiti alle aziende crollati in dieci anni
Articolo successivo Giornalismo, se ne è andata "La ragazza del secolo scorso"
Lascia una risposta