Tagli alle corse e prezzi dei biglietti maggiorati per chi prende i treni. Anche in Sicilia, a partire da gennaio 2023, i viaggiatori che si spostano sulle ferrovie sono costretti a fare i conti con l'aumento delle tariffe di Trenitalia, a fronte di una riduzione delle corse a disposizione durante il periodo natalizio.
Si tratta dell'allarme lanciato dal Comitato Pendolari Siciliani, che pone i riflettori sul contratto di trasporto ferroviario decennale 2017/2026 stipulato tra la Regione Siciliana e Trenitalia.
Aumento prezzi treni, cosa dice il contratto
Il contratto indica un incremento dei prezzi dei biglietti "dal 1° gennaio degli anni 2020, 2022 e 2024, con prevendita dal giorno 25 dicembre del mese precedente, del 10% per ciascuno degli anni indicati".
Con una delibera del dicembre 2021 la Regione Siciliana ha evitato un nuovo aumento delle tariffe "compensando i minori ricavi con l'adeguata rimodulazione del Piano Economico Finanziario che sarà definito con l’impresa ferroviaria Trenitalia S.p.A.".
Aumenti prezzi treni, per 2023 nessuna revoca
Tuttavia, per quanto riguarda il 2023, non ci sarebbe traccia della revoca dell'aumento. A queste condizioni, ricorda il Comitato, i viaggiatori siciliani si troveranno davanti al "quarto aumento del costo dei titoli di viaggio, pari al 37,5% che i pendolari e l’utenza si trovano a dover pagare".
Il Comitato, poi, sottolinea come la Regione Siciliana e Trenitalia, nel periodo compreso tra il 23 dicembre 2022 e il 5 gennaio 2023, su alcune tratte ferroviarie sia stata stabilita una "riduzione di corse treno da far effettuare invece con i bus sostituitivi al treno".
Per l'associazione si tratta di "una scelta senza alcuna logica tenuto conto che i tempi di percorrenza del treno non possono essere gli stessi di quelli percorsi da un bus che viaggia su strada. Tutto ciò sta creando enormi disagi e disservizi a molti utenti e pendolari che scoprono dopo aver acquistato il biglietto che dovranno viaggiare in bus e anziché in treno", viene ancora ribadito.
Ardizzone (M5S). "Nessuna spiegazione da Governo regionale"
Sul tema si è espressa anche la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Martina Ardizzone, la quale ha ricordato come il precedente assessore alle Infrastrutture e attuale assessore al Bilancio della Regione Siciliana, Marco Falcone, "non si è ancora espresso e non ha ancora spiegato perché, con il Governo precedente, aveva dichiarato di aver scongiurato l’aumento delle tariffe quando, invece, aveva solamente rimandato il problema".
"Gli aumenti delle tariffe sono previsti dal contratto di servizio perché in cambio Trenitalia si era impegnata a migliorare i livelli di qualità del servizio di trasporto pubblico offerto ai cittadini, ma a oggi le associazioni di consumatori, passeggeri e cittadini con mobilità ridotta e con disabilità ci dicono che il servizio è ancora lontano dal raggiungimento delle condizioni minime di qualità dei servizi previste dal contratto di servizio", aggiunge la deputata del M5S.
"Promesse non mantenute, interrogazione all'Ars"
"Trenitalia si era impegnata, ad esempio, a rendere più accessibili i treni per gli utenti disabili o per gli utenti in bici, ma ancora si è fatto molto poco in questo senso; a garantire la fruizione del servizio nelle linee maggiori Messina-Palermo, Messina-Catania-Siracusa e Area Metropolitana di Palermo tutto l’anno, ma ancora si assiste alla soppressione di treni sostituiti con autobus in prossimità delle festività natalizie; a migliorare il servizio di connessione internet Wi-Fi sui treni ma ancora non v’è traccia di internet sui nostri treni e si potrebbe continuare", dice ancora Martina Ardizzone.
La deputata grillina all'Ars ha annunciato "un’interrogazione al Governo regionale che presenterò, insieme alla collega Marano. Chiederò, inoltre, al presidente della quarta Commissione una formale richiesta di audizione per dar voce alle associazioni di utenti e consumatori per sentire rassicurazioni da parte dell’assessore Aricò".
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