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Concorso forestale, una matassa ancora da sbrogliare

Concorso forestale, una matassa ancora da sbrogliare

Concorso forestale, una matassa ancora da sbrogliare

Natale è passato, la Befana pure, ma per le migliaia di giovani siciliani che speravano di indossare la divisa da guardia forestale nessun regalo è arrivato. Il discorso vale sia per coloro che, consapevoli di essere in una buona posizione nella graduatoria provvisoria del concorso per 46 posti, incrociano le dita nella speranza che la procedura venga convalidata e avanzi verso le visite mediche e chi, invece, rimasto fuori dall'elenco degli idonei, spera di avere una seconda possibilità sulla scia delle polemiche che hanno accompagnato la selezione più discussa degli ultimi anni in Sicilia. All'orizzonte, però, non è ancora chiaro cosa ci sarà e l'attesa sempre più lunga testimonia come per il governo Schifani a matassa da sbrogliare sia più intricata di quella che si potesse pensare.

“L'iter di valutazione è concluso”

Nel limbo in cui è finito il concorso indetto a fine 2021 ma che solo a fine settembre scorso è entrato nel vivo con lo svolgimento delle prove scritte, al momento sembra esserci una sola certezza: il lavoro della commissione giudicatrice è stato portato a termine e sul tavolo del dipartimento della Funzione pubblica ci sono i nomi dei 46 risultati migliori al termine della valutazione dei titoli preferenziali. Quest'ultima fase, bando alla mano, avrebbe potuto apportare delle modifiche, seppure leggere, alla lista che a inizio ottobre iniziò a circolare sulle chat di centinaia di persone finendo anche nelle redazioni dei giornali.

Era l'elenco degli idonei ricavato dallo svolgimento del test a risposta multipla tenutosi in più sessioni tra Catania e Siracusa. In cima vedeva, con il massimo del punteggio, il figlio di Giovanni Salerno, l'ex dirigente del Corpo forestale. Una stranezza – la divulgazione di un atto che sarebbe dovuto rimanere ancora secretato in quanto provvisorio – che unita al risultato ottenuto dal giovane Salerno ha alimentato polemiche e sospetti circa la possibilità che il concorso potesse non essersi svolto in maniera regolare.

Accuse sempre rimandate al mittente da parte della commissione guidata da Salvatore Di Salvo, dirigente del Corpo forestale nominato, così come gli altri componenti, su indicazione di Salerno; anche se formalmente il decreto era stato firmato dalla dirigente del dipartimento Funzione pubblica Carmen Madonia. E proprio Di Salvo, raggiunto telefonicamente dal Qds, conferma che “l'iter è concluso”. Poche parole a cui si aggiunge il sentimento d'attesa condiviso da chiunque, in un modo o nell'altro, abbia avuto un ruolo in questa vicenda. Candidati, commissari, burocrati. “Per quel che ne so, finora non sono stati adottati atti in merito alla revoca”, chiosa il dirigente.

Gli occhi su Schifani

Il governatore a inizio dicembre aveva annunciato l'intenzione di annullare la procedura. Una volontà frutto di un confronto con l'ufficio legale della Regione, a cui il presidente – come annunciato in anteprima dal Qds in occasione della trasferta di Schifani a Belpasso per inaugurare la fabbrica Roboplant – aveva chiesto una relazione sui profili giurisprudenziali della vicenda. “Rincresce per i tanti giovani che con sacrificio hanno partecipato alle prova del concorso – furono le parole pronunciate da Schifani – ma l’annullamento degli atti, come indicato dal collegio ispettivo e in sintonia con la giurisprudenza amministrativa, è a questo punto l’unica soluzione percorribile per ripristinare la legalità violata e consentire una partecipazione, con pari opportunità, a tutti i concorrenti. Sono certo che in poco tempo saranno selezionati i migliori”. Una posizione ferma che poteva far pensare a un'immediata revoca in autotutela, ma a cui invece non sono seguiti atti ufficiali.

Questione di priorità

A fronte delle dichiarazioni del governatore, che ancor prima di ricevere il parere legale aveva più volte rimarcato la volontà di risolvere il prima possibile una situazione senz'altro imbarazzante che rischiava di danneggiare i candidati meritevoli per responsabilità altrui, nei giorni scorsi l'assessore alla Funzione pubblica Andrea Messina si è mostrato meno impaziente di Schifani. “Al momento non è una priorità, siamo stati impegnati a immettere in servizio i vincitori di altri concorsi e a chiudere i lavori della Finanziaria”, ha detto l'assessore in un'intervista a La Repubblica in merito al decreto che dovrebbe annullare il concorso. Insomma, la palla resta tra i piedi del governo ma la sensazione è che per il momento si stia propendendo per la melina.

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