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Formazione, Avviso 22 emblema dell'inefficacia della Regione siciliana

Formazione, Avviso 22 emblema dell'inefficacia della Regione siciliana

Formazione, Avviso 22 emblema dell’inefficacia della Regione siciliana

PALERMO - L’avviso 22 è ormai l’emblema dell’inefficacia di molti bandi della Regione Siciliana. Un agglomerato di burocrazia, farraginosità, oltre distacco dalle reali necessità del territorio, il cui unico risultato è la delusione di molti giovani volenterosi alla ricerca di una posizione lavorativa stabile, e costi esorbitanti per le tasche dei contribuenti: 30 milioni di euro spesi per appena 170 assunzioni su 1.741 giovani coinvolti.

Senza contare che “dopo ben 3 anni, ancora oggi 300 tirocinanti non hanno ricevuto nessun pagamento”. A dirlo è Oreste Lauria, portavoce dei tirocinanti dell’Avviso 22. Della difficile situazione si sta occupando anche la capodelegazione del Movimento 5 Stelle al parlamento europeo, Tiziana Beghin, che ha predisposto un’interrogazione alla commissione “per capire se ciò non configuri una violazione delle normativa comunitaria”.

“Questo sistema - spiegano ancora la deputata Roberta Schillaci e il referente siciliano del M5S, Nuccio Di Paola - va completamente riformato, il presidente della Regione Renato Schifani non faccia gli stessi sbagli del suo predecessore Nello Musumeci. Per una volta in Sicilia si faccia tesoro degli errori commessi. Questi tirocini – aggiunge Schillaci - sono risultati delle beffe per le persone che ne hanno usufruito, perché spesso i tirocinanti hanno affrontato anche delle spese per arrivare sul posto di lavoro per poi non ricevere né il rimborso spese né lo stesso emolumento, come nel caso dell’avviso 22”.

Per i futuri tirocini, secondo i rappresentanti pentastellati, serve una commissione che ne verifichi la correttezza; devono essere inseriti dei paletti all’interno dei bandi che prevedano, ad esempio, di impedire alle aziende che hanno usufruito di tirocinanti senza poi assumerli, di partecipare a successivi reclutamenti. Ancora, si sostiene la necessità di selezionare le aziende sulla base delle reali potenzialità che queste hanno di garantire una prospettiva di lavoro.

Intanto sono arrivati altri fondi europei in Sicilia richiesti alla comunità europea per nuovi bandi regionali, come Garanzia giovani 2, l’Avviso 33 e il Pnrr delle politiche attive del lavoro, ma il meccanismo rimane sempre lo stesso, liquidato un tirocinante dopo 6 mesi e prenderne un altro in carico. A beneficiare di una manodopera a costo zero sono quasi sempre le stesse aziende, imprese, enti pubblici e privati.

Della situazione si è interessato anche Ignazio Corrao, parlamentare europeo a Bruxelles, che ha depositato una richiesta di interrogazione parlamentare d’indagine sui fondi europei. “Come ex lavoratori e siciliani viviamo una condizione di disagio dopo essere stati usati unicamente per favorire un lavoro sottopagato - dice Oreste Lauria -. Le istituzioni della politica regionale devono adesso affrontare la realtà mettendo in atto misure che favoriscano realmente l’occupazione”.

La richiesta è di rafforzare le politiche attive del lavoro creando nuovi strumenti efficaci, ponendo fine alle obsolete formule degli avvisi regionali nati solamente per favorire le aziende pubbliche e private creando manodopera a costo zero.

“Alla fine del tirocinio siamo stati sfruttati come lavoratori e mandati a casa come disoccupati – dice Lauria -. Siamo costretti, almeno chi può, a percepire il reddito di cittadinanza per mandare avanti la famiglia. Siamo costretti a sopravvivere di assistenzialismo senza vedere una soluzione lavorativa nel nostro futuro. Aspettiamo fiduciosi di avere una risposta dalla commissione parlamentare europea e venga fatta finalmente chiarezza qualora ci fossero favoritismi, e venga fatta giustizia”.

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