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Meloni, il reddito di cittadinanza sarà modificato

Meloni, il reddito di cittadinanza sarà modificato

Meloni, il reddito di cittadinanza sarà modificato

Dopo il primo Consiglio dei ministri emergono già quali sono le intenzioni del governo su alcuni punti centrali della politica che il centrodestra metterà in campo. Lo si è visto con i primi annunci sulle infrastrutture e in particolare sul ponte sullo Stretto ad opera di Matteo Salvini. Altre indicazioni arrivano ora sul reddito di cittadinanza. La misura, dalle prime dichiarazioni, non verrà abolita. Resterà in vigore, ma molto probabilmente sarà revisionata.

Governo Meloni, prime conferme sul reddito di cittadinanza

A esprimersi per prima sul reddito di cittadinanza dopo il primo Cdm è il ministro della Disabilità Alessandra Locatelli [2]. Come ha precisato dopo l'insediamento del nuovo governo, l'esecutivo interverrà sul reddito di cittadinanza. Ma "non per toglierlo a chi è in difficoltà, ma per modificare una norma che così com' è non va bene. La misura di sostegno del reddito e l'incrocio con il mondo del lavoro non ha dato i frutti previsti. Ma ovviamente andranno tenute in grande considerazione le persone con disabilità e le famiglie in difficoltà". Il ministro ha fatto proprio l'esempio dei disabili per i quali è fondamentale "la qualità della vita. Ma anche la partecipazione alla vita sociale e della comunità, la piena cittadinanza e poter avere percorsi formativi e lavorativi seri, adeguando anche la nota legge 68".

Come cambierà il reddito di cittadinanza

La conferma del reddito di cittadinanza ma con modifiche della misura sarebbe il compromesso che Giorgia Meloni sembra voglia accettare. In campagna elettorale era stata chiara sul sussidio. "Il reddito di cittadinanza è stato un fallimento totale, nonostante abbia avuto per lo Stato un costo esorbitante pari a circa 9 miliardi di euro l'anno. Stendendo un velo pietoso sulle migliaia e migliaia di truffe che ha generato, ha fallito come strumento di lotta alla povertà che doveva essere abolita. E invece ha raggiunto i massimi storici e ha fallito come misura di politica attiva del lavoro. Pochissimi dei percettori del reddito di cittadinanza sono stati alla fine assunti e hanno trovato un lavoro dignitoso".

A fine agosto Giorgia Meloni non aveva nascosto le sue critiche nei confronti del sussidio. "La verità - aveva detto - è che l'unico modo di combattere ed abolire la povertà è consentire a chi è in una condizione difficile di migliorare quella condizione. Questo non si fa mantenendo le persone nella stessa realtà nella quale si trovano. Ma consentendo loro di avere un lavoro, un lavoro dignitoso e ben retribuito, che possa aiutarle a crescere indipendentemente dalla condizione dalla quale provengono. Questo fa uno Stato giusto".

Ci si attende, dunque, che le modifiche al reddito di cittadinanza riguardino soprattutto gli incentivi al lavoro. Si tradurrà, dunque, molto probabilmente in una misura che oltre a garantire un sussidio dia un aiuto più concreto a trovare un'occupazione. Lo stesso Salvini dopo la nomina a ministro delle Infrastrutture lo ha ribadito. "Sul lavoro bisognerà estendere la riduzione fiscale per i giovani che aprono una partita Iva, rivedendo anche il reddito di cittadinanza, perché così come è stato strutturato disincentiva al lavoro".

Altri segnali su quello che sarà il reddito di cittadinanza erano arrivati poco prima del voto da Paolo Zangrillo che ha preso il testimone di Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione. Da membro della commissione Lavoro, del resto, si è già occupato anche del sussidio. "Ho seguito l'iter di formazione che ha portato al reddito di cittadinanza, essendo componente della Commissione Lavoro alla Camera. La posizione di Forza Italia è sempre stata chiara e netta. Condividiamo l'idea di dare supporto a chi è in povertà e a chi è inabile al lavoro. Così è un provvedimento da cui non si può prescindere ma la parte relativa alle politiche attive si è però rivelata un fallimento".

E aveva aggiunto: "Bisogna cambiare paradigma e approccio culturale verso i giovani, non possiamo passare loro il messaggio che si può vivere di assistenzialismo. Bisogna garantire opportunità per tutti, i giovani possono giocarsi energie e talenti, la vita si costruisce col sacrificio e la voglia di mettersi in gioco". Basta quindi con la logica "di dare i soldi ai giovani, bisogna dargli opportunità e fare provvedimenti che aiutino i giovani ad approcciarsi al mondo del lavoro".

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