In Sicilia, la sicurezza sul lavoro è un’emergenza sempre più grave. Incidenti nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi e nei magazzini si verificano con una frequenza allarmante, spesso a causa della mancanza di misure adeguate e del mancato rispetto delle normative. Il Codacons lancia l’allarme e chiede azioni immediate per fermare questa strage silenziosa che colpisce migliaia di lavoratori.
Edilizia e agricoltura tra i settori più a rischio
Il settore edilizio è tra i più colpiti: molti cantieri operano senza adeguate protezioni, con ponteggi instabili, assenza di dispositivi di sicurezza e orari massacranti. Il lavoro in nero è una piaga diffusa, così come lo sfruttamento nei campi, dove numerosi lavoratori – spesso immigrati, ma non solo – sono costretti a operare senza contratto e senza alcuna tutela.
Tanasi (Codacons): “Basta parole, servono azioni concrete”
Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, denuncia il mancato rispetto delle leggi e il rischio di ritorsioni per chi prova a far valere i propri diritti. “Nei campi siciliani si lavora in condizioni disumane, con turni di oltre dodici ore e paghe da fame”, sottolinea Tanasi.
Per fermare questa piaga, il Codacons propone un piano d’emergenza che preveda:
- Un aumento degli ispettori del lavoro e controlli più frequenti.
- Sanzioni severe per chi viola le norme sulla sicurezza e sfrutta i lavoratori.
- L’istituzione di una black list delle aziende irresponsabili, con esclusione dai fondi pubblici.
- Una lotta concreta al caporalato.
- Un sistema di segnalazione anonima per i lavoratori sfruttati.
Un appello alle istituzioni: sicurezza e dignità per i lavoratori
“Non bastano più le parole di circostanza dopo ogni tragedia, servono interventi immediati”, conclude Tanasi, esortando il Governo e la Regione Siciliana a garantire sicurezza, dignità e diritti ai lavoratori.
Il Codacons invita chiunque si trovi in condizioni di sfruttamento o di rischio a denunciare, offrendo assistenza legale e canali di segnalazione dedicati.
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