Lo tsunami del Covid-19 si abbatte duramente sui liberi professionisti siciliani.
Nel secondo trimestre del 2020, oltre 14 mila professionisti hanno dovuto chiudere gli studi a causa della pandemia, un triste primato che colloca la Sicilia in testa alle regioni italiane per lo scostamento più ampio fra primo e secondo trimestre 2020: da 78 mila a 64 mila unità.
Non solo, la pandemia arresta anche la crescita del comparto. Se al termine del primo trimestre 2020, i professionisti sono infatti aumentati di oltre 7 mila (+ 10,6%) rispetto al primo trimestre 2019, al termine del secondo 2020 risultano in netto calo del 9,9% sul corrispondente 2019 (- 7 mila unità).
Situazione che trova conferma nel contesto occupazionale siciliano, dove nel primo trimestre del 2020 si assiste ad un crollo verticale del lavoro sia dipendente che indipendente.
Questa la fotografia della Regione scattata dal II Rapporto sulle libere professioni in Sicilia, lo studio realizzato dall'Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni.
In Sicilia, i liberi professionisti aumentano dal 2009 al 2019 del 3,2% (contro il 15,5% del Mezzogiorno e il 17,5% dell'Italia), unico comparto a registrare il segno positivo nel mercato del lavoro, sia dipendente (-1,9%) che indipendente (-13,4%).
Un trend che continua appunto nel primo trimestre del 2020 ma viene arrestato dalla pandemia. Il livello di occupazione nel decennio preso in esame risulta infatti in calo (dal 43% al 41%) mentre quello di disoccupazione in crescita dal 13,9% al 20,4% (contro una media nazionale del 10,2%).
In Sicilia nel 2019 i liberi professionisti sono circa 72 mila, il 23% degli indipendenti (contro il 27% a livello nazionale).
Completano il mercato del lavoro indipendente gli autonomi con il 66% (agricoltori, artigiani e commercianti), gli imprenditori con il 12% e gli altri lavoratori indipendenti (coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa) con il 22%.
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