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Occupazione, l’economista: “Va molto peggio di quanto dicono i numeri”

Occupazione, l’economista: “Va molto peggio di quanto dicono i  numeri”

Occupazione, l’economista: “Va molto peggio di quanto dicono i numeri”

ROMA - “L’occupazione in Italia va molto peggio di quanto sembrano dirci i dati” e “se davvero il rimbalzo del Pil nel 2021 dovesse essere solo del 3%, come prevede il Fondo Monetario, sarà davvero complicato far fronte alla situazione che si materializzerà quando, prima o poi, la Cig covid comincerà ad essere meno generosa e il divieto di licenziamento verrà rimosso”. È quanto osserva l’economista Claudio Negro, in un'analisi del mercato del lavoro pubblicata sul n. 87 della rivista della Fondazione Anna Kuliscioff, ‘Mercato del Lavoro news’.

“È vero che ciò è attuabile con una certa gradualità, ma il problema di come gestire numeri del genere sul mercato del lavoro non trova soluzione nella gradualità: senza piani precisi, strumenti e operatori competenti, nonché soldi abbastanza, si rischia uno shock sociale. Tutto ciò però sembra occupare la parte bassa della classifica delle priorità del Next Generation dispensata dal Conte bis”. E i numeri che Negro mette in fila sono preoccupanti, facendo una premessa: “I tempi di rilascio dei dati da parte delle varie Agenzie (Istat, Inps, Anpal, ministero del Lavoro) non consentono di fare una fotografia completa del mercato del lavoro nel 2020”.

L’analisi di Negro, proiettata sulla Sicilia, non si discosta da quella fatta qualche settimana fa da Unioncamere Sicilia. Il presidente, Giuseppe Pace, commentando il saldo positivo per le imprese dell’Isola nel 2020 (+3.636), ha spiegato che i numeri non rispecchiano la realtà dei fatti. “è stato un anno pesantissimo, dobbiamo ancora registrarne le conseguenze”. Il peggio, dunque, deve ancora arrivare.

Il dato Istat relativo al terzo trimestre 2020 riporta per la nostra Isola un tasso di disoccupazione del 19%, addirittura in discesa di un punto percentuale rispetto al 2019. Anche a livello nazionale il dato è in calo ma, avverte l’economista Negro, siamo di fronte ad un “puro effetto ottico”. “Da notare - spiega Negro - che l’apparente dato positivo del calo del tasso di disoccupazione è un puro effetto ottico: se meno gente cerca lavoro diminuisce anche il numero di chi non lo trova, il che costituisce appunto il tasso di disoccupazione”.

Quanto ai dati Inps-Uniemens è possibile analizzare i dati dei primi 10 mesi dell’anno. “Emerge subito un dato paradossale - evidenzia Negro -: a ottobre 2020 i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato erano 15.128.000 (a novembre addirittura 15.202.000) ossia la più alta quantità mai registrata nella storia economica del Paese, nonostante le nuove assunzioni nei primi 10 mesi dell'anno siano state oltre 330.000 in meno rispetto ai primi 10 mesi del 2019, le trasformazioni di altri contratti in contratti a tempo indeterminato nello stesso periodo 190.000 in meno, e la variazione tendenziale di nuovi contratti sia stata ad ottobre del 59% inferiore rispetto a un anno fa”.

La spiegazione è nel calo drastico delle cessazioni: da quando, a marzo, è entrato in vigore il divieto di licenziamento per motivi economici le cessazioni sono il 70% di quelle dello stesso periodo del 2019. Ad ottobre le cessazioni erano 337.000 in meno rispetto a marzo-ottobre 2019; posto che, oltre ovviamente alle cessazioni per pensionamento, non sono state bloccati né i licenziamenti per giusta causa né le dimissioni volontarie o consensuali, è verosimile che grosso modo la cifra rappresenti la differenza tra lo stock di cessazioni fisiologiche e quelle risultanti dal ‘congelamento Covid'.’ Un’analisi dei flussi minimizza qualsiasi ottimismo possa avere ingenerato la lettura dei dati di stock”, conclude Negro.

Patrizia Penna

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