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Pensioni, cambia ancora l’Opzione Donna, ecco qual è l'età per l'uscita

Pensioni, cambia ancora l’Opzione Donna, ecco qual è l'età per l'uscita

Pensioni, cambia ancora l’Opzione Donna, ecco qual è l’età per l’uscita

Novità sostanziali emergono dalla nuova bozza della legge di Bilancio in tema di pensioni. A sorpresa, salta l'innalzamento della soglia anagrafica per la pensione anticipata delle lavoratrici. La misura Opzione donna verrà prorogata anche per il prossimo anno, ma senza l’attesa modifica dei requisiti. Appena due settimane fa, il testo approvato dal consiglio dei ministri prevedeva l’aumento di un anno dell’età anagrafica utile a consentire l’uscita dal mondo del lavoro: 60 anni per le lavoratrici dipendenti e 61 anni per le lavoratrici autonome. Questo provvedimento, però, non è stato inserito nella bozza della legge di Bilancio lasciando invariati i requisiti per accedere al pensionamento anticipato: 58 anni per le donne dipendenti, 59 per le autonome.

Un altro elemento importante è costituito dalla dotazione del fondo destinato a favorire l'uscita anticipata, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un'età anagrafica di almeno 62 anni. Nella nuova manovra l’investimento del ministero dello Sviluppo economico è sceso da 200 a 150 milioni di euro per l’anno 2022. Confermati, invece, i plafond di 200 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024.

In pensione subito? Come avere (e cosa è) Quota 82

Si sta discutendo ormai da diverse settimane della riforma delle pensioni e dell’eventuale superamento della misura Quota 100 che scadrà il prossimo 31 dicembre. Su questo punto la divisione è netta tra chi, soprattutto nell’area del centrodestra, con la Lega in testa, vorrebbe mantenere le cose così come stanno e chi, invece, in particolare il centrosinistra, è convinto sia necessaria una modifica. Secondo un sondaggio di Euromedia Research, realizzato a fine ottobre, un italiano su cinque chiederebbe l’abolizione di Quota 100.

Le proposte di riforma sul tavolo del governo Draghi, però, non convincono a pieno i cittadini. Il 45,4% degli intervistati, infatti, ritiene queste proposte non in linea con le proprie aspettative minando la fiducia nel futuro. La percezione prevalente tra gli italiani è quella di un tentativo, da parte del governo, di ritorno al sistema pensionistico imposto dalla legge Fornero, un'ipotesi ritenuta non auspicabile da quasi il 60% della popolazione e in modo trasversale tra gli elettori di tutti i principali partiti. Il tema delle pensioni resta, in ogni caso, al centro del dibattito. Come segnalato dal giornale.it, sul tavolo sono state calate una serie di possibili soluzioni, come quella di Quota 102, ossia 64 anni più 38 di contributi, per il 2022 e Quota 104, vale a dire 66 anni più 38 di contributi, per il 2023. Inoltre, si è parlato anche dell’adozione di tre quote.

Il tema della pensione resta al centro del dibattito, con la Lega che mal digerisce lo smantellamento di Quota 100. Per riuscire a trovare delle soluzioni, il ministero dell'Economia e delle Finanze sta cercando di raggranellare altre risorse col fine di accontentare Matteo Salvini. Il Carroccio, al momento, ha bocciato insieme ai sindacati l'introduzione di Quota 102, ossia 64 anni più 38 di contributi, per il 2022 e 104, vale a dire 66 anni più 38 di contributi, per il 2023. Quota 102 fissata per il 2022, Quota 103 per il 2023 e Quota 104 per il 2024 (64 anni con aumento del requisito contributivo), con un occhio di riguardo ai lavori usuranti. Quota 41, infine, al centro del dibattito, permetterebbe a chi ha 41 anni di contributi e 62 anni di età di andare in pensione.

redazione

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