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Blocca nomine Regione siciliana, spallata ai clientelismi

Blocca nomine Regione siciliana, spallata ai clientelismi

Blocca nomine Regione siciliana, spallata ai clientelismi

"Abbiamo impedito con l'approvazione dell'emendamento da noi presentato  all'Ars che il governo Musumeci potesse avviare quella lottizzazione politica di alcune poltrone di manager della Sanità in vista dell'imminente campagna elettorale".

Lo ha detto ieri sera poco dopo Il voto a Sala d'Ercole il deputato e segretario regionale del Pd Antony Barbagallo in riferimento alla bagarre politica in Aula sulla correzione alla legge nel punto che riguarda  le nomine in enti di una certa importanza come i vertici delle aziende sanitarie.

Anthony Barbagallo, segretario regionale Pd

Barbagallo, tutte le opposizioni, ma anche parte della maggioranza che fa capo alla Lega - con Sammartino acerrimo nemico di Musumeci - e della squadre dei sei deputati che fanno riferimento al presidente Ars Micciché, oggi fermo oppositore a una ricandidatura del governatore, hanno affossato la proposta del governo di procedere alla nuova designazione di alcuni dei manager in scadenza che adesso, al contrario e grazie al provvedimento votato,  dal giorno dopo la scadenza naturale del mandato verranno automaticamente rinominati  commissari in attesa della fine della campagna elettorale per le regionali e l'insediamento del nuovo governo.

"Nei fatti - ha proseguito Barbagallo -  con il  blocca nomine  il governatore è uscito impallinato. Con il sì a maggioranza  di sala d’Ercole,  la maggioranza di centrodestra non esiste più e la fine della legislatura è sempre più vicina". "Uno spettacolo indecente – ha aggiunto il segretario del Pd–  con la strenua difesa in Aula  di potere e poltrone da parte di un governo che non ha più il sostegno dei numeri, ma pensava di alimentare la propria campagna elettorale con la nomina di dirigenti e posti di sottogoverno. Abbiamo stoppato il tentativo di lottizzazione della sanità da parte di Musumeci e sancito la fine di questa stagione del Centrodestra in Sicilia. Da oggi inizia una fase politica nuova..".

Non è un mistero che la stessa soddisfazione sia stata manifestata anche da quella fronda della maggioranza che fa capo a Micciché e anche a Luca Sammartino.

Cosa prevede il documento approvato

Il documento approvato fa riferimento a una legge che prevede che "nei 180  giorni antecedenti alla scadenza naturale della legislatura regionale, ai sensi dell'articolo 3 dello Statuto della Regione, - ovvero, si legge nell'emendamento - dopo il verificarsi di una causa di conclusione anticipata della legislatura regionale, è fatto divieto al presidente, alla Giunta e agli assessori della Regione, pena la nullità, di procedere a nomine, designazioni,  o conferimenti di incarichi  in organi di amministrazione attiva, consultiva, o di controllo della Regione, in enti, aziende,  comprese quelle di cui all'articolo 8 della legge regionale 14 aprile 2009 n.5 e successive modificazioni, in consorzi, agenzie, soggetti, comunque, denominati di diritto pubblico o privati sottoposti a tutela,  controllo o vigilanza da parte della Regione in  società controllate o partecipate".

Secondo le notizie che sono circolate in ambienti di Sala d'Ercole subito dopo il voto, in particolare l'intento del governo, attraverso l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, era quello di sostituire con esponenti vicini alla Giunta soprattutto alcune figure professionali della sanità in scadenza, e tra queste la Faraoni a Palermo, Lanza all'Asp di Catania,  (ex direttore generale  del Comune capoluogo etneo ai tempi della sindacatura Stancanelli, oggi ritornato acerrimo rivale di Musumeci),  Iudica a Enna, GIardina ad Agrigento e banche la poltrona del commissario Dino Alagna a Messina.

"Paradossale quanto accaduto a un certo punto in Aula - ha concluso Barbagallo -. Alla fine quando "Diventerà Bellissima" ha capito che l'emendamento passato con un ampio numero, ha dato disposizione ai suoi deputati di votare a favore. Come dire: anche noi abbiamo segnato nella stessa porta...".

Giuseppe Bonaccorsi

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