“Ho voluto rispondere sostanzialmente, presente a quello che è stato un invito fatto sia dal Presidente della Commissione antimafia che dall'onorevole La Vardera e da altri colleghi”. Con questa premessa, Gaetano Galvagno ha aperto ieri la sessione straordinaria di lavori a Sala d’Ercole, convocata con un’ora di anticipo e un ordine del giorno difficile da definire.
Il parere di Cracolici e le parole di La Vardera
Il presidente della Commissione antimafia, Antonello Cracolici, e il deputato Ismaele La Vardera hanno sottolineato con forza la necessità di fare chiarezza sui fatti che riguardano il presidente dell’Ars, noti finora solo attraverso i media. Cracolici ha rimproverato Galvagno per un eccessivo silenzio, che ha alimentato “uno stillicidio di notizie” creando un grave imbarazzo politico.
La Vardera ha attaccato duramente sul piano morale, definendo la situazione “il punto più basso della politica”. Il fondatore di Controcorrente ha citato il presunto uso improprio delle auto di rappresentanza da parte di Galvagno, una pratica che pareva replicare quella del suo predecessore Gianfranco Micciché, rinviato a giudizio per lo stesso motivo.
Le opposizioni all’attacco dopo il confronto a Sala d’Ercole
Galvagno, aprendo il dibattito, aveva sottolineato: “Non mi sembra corretto che io possa condurre un dibattito d’Aula che mi vede personalmente coinvolto”, ma questa posizione non ha placato le opposizioni. La Vardera ha ribadito che “la questione morale ed etica non può passare in secondo piano” e che “la politica dovrebbe anticipare la giustizia”.
Il deputato ha descritto un “quadro devastante” con interessi personali e un “sistema politicamente pericoloso” che coinvolge anche l’assessora Amata, recentemente indagata per corruzione.
M5S critica il presidente Schifani per il silenzio sugli scandali
Durante la seduta, Galvagno ha ceduto la presidenza a Nuccio Di Paola del Movimento 5 Stelle. Di Paola ha duramente criticato il presidente della Regione Renato Schifani, definendo la sua presenza in aula “una inutile comparsata” e accusandolo di “silenzio imbarazzante” sugli scandali che travolgono il centrodestra siciliano.
Anche Antonio De Luca, capogruppo M5S all’Ars, ha sottolineato l’inopportunità dei comportamenti di Galvagno e ha auspicato una revisione del metodo di lavoro parlamentare, in particolare per quanto riguarda i maxiemendamenti che, a suo avviso, nascondono spesso manovre poco trasparenti.
Occhi puntati sulla manovra finanziaria e i maxiemendamenti
L’attenzione si è concentrata anche sulla prossima manovra finanziaria, con il rischio di un maxiemendamento concordato a porte chiuse. Gianfranco Micciché ha appoggiato la richiesta di maggiore trasparenza avanzata dal Movimento 5 Stelle.
Il capogruppo PD Michele Catanzaro ha ricordato le interrogazioni presentate dal suo gruppo sul turismo, invitando il presidente Schifani a prendersi maggiormente carico della questione.
Il caso Galvagno sbarca a Roma: il PD chiede un intervento dello Stato
La vicenda ha ormai superato i confini regionali, arrivando al Parlamento nazionale e sulle pagine dei quotidiani. Il segretario regionale del PD, Anthony Barbagallo, ha depositato un atto ispettivo urgente alla Camera rivolto al ministro per gli Affari regionali.
Barbagallo ha denunciato “l’ennesimo episodio di mala politica” che coinvolge anche il ruolo di controllo dello Stato, troppo spesso assente o complice. Ha citato come esempio “il disastro di Agrigento Capitale della Cultura 2025”.
Il futuro politico di Galvagno e le richieste alle istituzioni
La vicenda rischia di protrarsi fino alla fine della legislatura. Antonio De Luca ha ribadito che con l’indagine sull’assessora Amata, “Schifani non può più girarsi dall’altro lato”. Ha chiesto esplicitamente la rimozione dell’assessorato al Turismo da Fratelli d’Italia, evidenziando “i danni causati dai meloniani”.
Una battaglia politica che si intreccia con la necessità di trasparenza e correttezza nelle istituzioni siciliane.
Mauro Seminara
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