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Comuni in rosa, Sicilia penultima in Italia, solo sette ogni cento

Comuni in rosa, Sicilia penultima in Italia, solo sette ogni cento

Comuni in rosa, Sicilia penultima in Italia, solo sette ogni cento

“Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto” diceva Oscar Wilde. I numeri, però, mostrano che nell’Isola le opportunità di dimostrare quanto le donne possano essere capaci sono poche: solo il 7,5 per cento dei Comuni siciliani è infatti amministrato da una donna. In pratica 29 su 390. La percentuale riportata dall’Isola è la seconda più bassa d’Italia, preceduta soltanto alla Campania, ferma al 4,5 per cento.

Nella settimana della Giornata internazionale della donna, la Sicilia incassa dunque un’altra, l’ennesima, bocciatura. A infliggerla è il rapporto “I Comuni italiani 2021 - Numeri in tasca” redatto dall’Istituto per la Finanza e l’economia locale (Ifel), che in ogni caso registra risultati poco incoraggianti in tutta Italia: nessuna regione supera la soglia del 20 per cento.

Nell’ultima tornata elettorale dello scorso ottobre, su 61 Comuni siciliani al voto soltanto venticinque hanno visto competere candidate sindaco donne e soltanto cinque ne hanno visto trionfare una (appena l’8 per cento). Il caso di Villalba è emblematico poiché è stato l’unico Comune dell’Isola che ha visto una sfida tra sole donne. Per contro a Naso, nonostante ci fossero due aspiranti sindaco rosa su tre, a vincere è stato l’unico candidato uomo. Nei tre Comuni su quattro andati al ballotaggio (Agrigento, Augusta e Floridia), nonostante fossero in lizza candidate rosa, nessuna è riuscita a superare il primo turno, mentre il quarto Comune, Carini, rientra tra i 36 Enti a non aver avuto aspiranti sindaco donna.

Nei capoluoghi siciliani, poi, non vi è l’ombra di donne al comando: in tutti e nove alla guida c’è un uomo. Da decenni. Se si guarda infatti ai primi cittadini eletti nei nove capoluogo dal 1993 - quindi con suffragio popolare diretto poiché prima di quella data i sindaci venivano scelti dai Consigli comunali - i nomi di donne si contano sulle dita di una mano e, per di più, sono legati a ruoli di transizione e non a veri e propri mandati elettorali.

Elita Schillaci fu vice sindaco facente funzioni al Comune di Catania per meno di un mese (dal 12 febbraio al 9 marzo 2008) dopo le dimissioni di Umberto Scapagnini; Marisa La Torre Montalto ebbe lo stesso ruolo a Trapani per una ventina di giorni (23 aprile-13 maggio 2001). Nelle altre tre dita ci sono donne nominate commissari straordinari con decreti adottati dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno: Luisa Latella fu commissario straordinario a Palermo dal 19 gennaio al 22 maggio 2012, Margherita Rizza fu scelta per lo stesso ruolo nel Comune capoluogo ibleo dal 25 settembre 2012 al 24 giugno 2013 e Luciana Giammanco fu commissario straordinario di Caltanissetta dal 13 giugno 2014 al 3 giugno dell’anno successivo.

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Anna Alba, sindaco di Favara: “Abbiamo dato inizio a un percorso nuovo”

Numeri e fatti che dimostrano come nell’Isola sulla parità di genere in politica la strada sia ancora in salita

Sindaco Alba, solo il 7,5 per cento dei 390 Comuni dell’Isola è amministrato da una donna. Qual è la sua idea in merito a tale risultato?
“Io credo che dopo la mia candidatura che è avvenuta nel lontano 2016, il numero sia veramente cresciuto in maniera esponenziale, anche in provincia di Agrigento. Questo significa che probabilmente abbiamo dato inizio a un percorso nuovo. Devo dire che sono soddisfatta di essere il primo sindaco donna nella mia comunità”.

Crede che ancora ci sia una disparità di genere, soprattutto in politica?
“C’è perché le donne non partecipano. Abbiamo anche una legge che introduce le quote rosa. Nel Comune che amministro, oltre a me, c’è mezza Giunta formata da donne e anche il segretario comunale è una donna, quindi la nostra è un’Amministrazione prettamente a dominanza femminile”.

Lei ha già annunciato che non si ricandiderà. Lo conferma?
“Fino a qualche giorno fa ho detto di non essere intenzionata a candidarmi poiché con il Movimento (5 stelle, nda) abbiamo avuto diversi problemi, quindi non c’erano i presupposti di natura politica. Però, qualora si verificassero condizioni tali da potermi permettere di ripresentare la mia candidatura, non escludo la possibilità di correre per un secondo mandato. Per il momento mi voglio concentrare per concludere al meglio quello attuale”.

Tra le difficoltà che ha incontrato durante il suo percorso e che l’hanno portata a dichiarare di non volersi ricandidare crede abbia inciso l’essere donna?
“No, assolutamente. Abbiamo sempre cercato di far capire che non c’è rivalità fra uomo e donna. Siamo persone dello stesso genere ma di sesso diverso. Mi auguro anzi che la mia sindacatura possa essere d’auspicio per altre donne per potersi candidare alle Amministrative. So che c’è già un bel numero di candidati al Consiglio comunale e speriamo che esca anche un nome di donna come sindaco”.

daniela toscano

Daniela Toscano, sindaco di Erice: “Costrette a fare una fatica tripla”

Sindaco Toscano, cosa pensa della scarsa presenza di sindaci donne in Sicilia?
“La parità di genere è piuttosto presunta che non effettiva. Rispetto ad alcuni anni fa, la situazione è migliorata ma la strada è ancora lunga e in salita, specie in campo politico. Personalmente non ho mai avuto limitazione rispetto al genere. È pur vero che l’essere stata vice sindaco nel precedente mandato ha reso naturale la scelta della mia persona per proseguire un percorso già avviato”.

Quali difficoltà incontra una donna che sceglie di fare politica?
“In ambito politico la fatica per una donna viene triplicata perché non soltanto in Sicilia ma in Italia non ci sono politiche a sostegno delle famiglie, la cui cura ricade quasi per intero sulle spalle delle donne. Riuscire a conciliare lavoro e cura della famiglia è difficile: richiede uno sforzo notevole da parte della donna e avere a fianco un compagno che ti sostenga. Un esempio: il Sud rispetto al Nord dovrebbe colmare il gap relativo all’orario continuato nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Fino a qualche tempo fa al Sud si riusciva a colmare questa esigenza con i nonni. La società di oggi è mutata, molti nonni non sono ancora in pensione. Mancano quindi da un lato servizi essenziali che possano concretamente consentire alle donne di potersi dedicare alla politica, che rimane appannaggio maschile. Dall’altro, non è semplice riuscire a districarsi e far valere i propri meriti. Agli uomini sono perdonate tante cose, alle donne no”.

maria greco

Maria Greco, sindaco di Agira: “Portiamo in politica le nostre specificità”

Sindaco Greco, in Sicilia solo il 7,5 per cento dei Comuni ha alla guida una donna. Qual è la sua opinione in merito a questo dato?
“In passato le donne impegnate in politica erano poche. Negli ultimi tempi registro invece un numero sempre crescente, anche nelle amministrazioni locali”.

Il suo caso dimostra che le donne riescono ad affermarsi e pure bene. Il lavoro che ha svolto nel primo mandato è stato premiato con un alto risultato: l’80,85 per cento dei suoi cittadini ha voluto riconfermarla. Pensa che l’essere donna abbia influito?
“Sì, perché noi donne portiamo in politica la nostra specificità. L’essere madre, l’essere nonna, ci aiuta a comprendere tante dinamiche e tante problematiche che vi sono nel sociale, nelle famiglie, nelle scuole. Credo che sia stato un motivo in più per ottenere quella che è stata una grossa affermazione elettorale. In ogni caso, a prescindere dall’essere donna, questo risultato lo lego all’impegno quotidiano che ho svolto nel Comune di Agira, a una presenza costante volta a risolvere quotidianamente i problemi della comunità. Credo che Agira in quell’occasione si sia dimostrata una comunità che ha voluto, senza distinzioni politiche, portare avanti la promozione del proprio territorio”.

L’elettorato del suo Comune ha quindi apprezzato il suo programma di rinascita di Agira?
“Sì, perché ha visto un cambio di rotta rispetto al passato. Abbiamo sbloccato l’edilizia, sono ripartiti i cantieri e con essi l’economia, abbiamo realizzato una serie notevole di opere pubbliche, assicurando puntualità nell’erogazione dei servizi. La pandemia ha rallentato il progetto che era in atto: Agira era diventata città degli eventi, con concerti e manifestazioni importanti, mostre, sagre. Si era sviluppato un certo fermento culturale, oltre che economico e sociale che il Covid ha rallentato. All’emergenza sanitaria seguirà un’emergenza economica che vedrà i sindaci ulteriormente in prima linea. Penso di aver amministrato con equità e anche questo, a mio avviso, è stato uno degli elementi che i cittadini hanno apprezzato: io davvero sono stata e sono il sindaco di tutti”.

Paola Giordano

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