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Coronavirus, il Governo ricorre alla magistratura contro l'Abruzzo

Coronavirus, il Governo ricorre alla magistratura contro l'Abruzzo

Coronavirus, il Governo ricorre alla magistratura contro l’Abruzzo

Nuove proposte per circolare liberamente tra Comuni all'interno delle province nei giorni delle feste, proteste dei sindaci delle città arancioni in Puglia, riapertura delle scuole nel Basso Molise. E poi l'anticipazione dello shopping natalizio in Abruzzo nonostante le disposizioni del Governo che ora porterà la Regione ribelle davanti al giudice. Ieri secondo giorno arancione, infatti, per l'Abruzzo ma ancora senza il consenso del Governo, che aveva chiesto al governatore Marsilio di non aggiornare il proprio colore (e quindi le relative misure) prima di mercoledì 9 dicembre. La riapertura di tutti i negozi, dopo la fine della zona rossa, ha riportato la gente in strada nelle città della regione in occasione dell'Immacolata. Di fronte all'ostinazione del presidente della Regione Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia, il Governo ha scelto la linea dura: "Noi chiediamo alle regioni di rispettare in maniera molto ferma le ordinanze che sto firmando a nome del Governo, il caso dell'Abruzzo è molto chiaro, abbiamo chiesto al presidente di ritirare quell'ordinanza ed è chiaro che la porteremo di fronte al giudice", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. E mentre la stretta anti-covid di dicembre viene confermata dal Governo, si comincia a parlare di vaccini e il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato : "Sono disponibile a farlo in pubblico, credo moltissimo in questi vaccini". E sulla somministrazione del vaccino Pfizer in Inghilterra ha aggiunto: "È un'immagine positiva. La Gran Bretagna è fuori dall'Ue e non rientra nelle regole che noi abbiamo e che prevedono che l'Ema debba completare il processo di validazione". Quando l'Ema e l'Aifa daranno l'ok su questo vaccino "significherà che il prodotto ha superato tutti i controlli e tutte le validazioni" e sarà sicuro. Intanto, a chiedere "una correzione alle ultime disposizioni sul Natale" è stata anche l'Unione delle Province, che suggerisce di "concedere gli spostamenti tra Comuni nella stessa provincia nelle giornate delle festività". Un'esortazione che al momento non viene accolta, ma senza essere del tutto esclusa nel caso di un drastico calo dei contagi. Non si tratterebbe in quel caso di rinnegare il Dpcm, ma di una modifica legata ad eventuali emendamenti al Decreto legge dello scorso 2 dicembre, che passerebbe comunque sotto il voto del Parlamento. "Sarebbe una soluzione di buon senso, una mediazione tra sicurezza e umanità - ha sottolineato il presidente dell'Upi, Michele De Pascale - mi rendo conto che i drammi sono ben altri, ma questo mi sembra un buon compromesso: ci sono Comuni con poche migliaia di abitanti tra i quali però non finisce il confine delle relazioni umane delle persone". In Puglia invece i sindaci di Barletta, Andria, Bisceglie e Spinazzola contestano l'ordinanza regionale che inserisce i loro Comuni e altri 16 in zona arancione secondo l'ordinanza del governatore, Michele Emiliano. Tra questi 14 sono in provincia di Foggia, dove i ristoratori hanno chiesto di poter restare aperti al pubblico fino al 7 di gennaio, chiudendo alle 22 e 30 e con gente seduta ai tavoli, distanziata di due metri, per permettere a chiunque abbia un'attività di ristorazione di poter lavorare e fare un minimo di introito. Va in senso opposto il sindaco di Bari e presidente dell'Associazione Nazionale Comuni, Antonio Decaro: "nelle prossime ore dovrò prendere delle decisioni difficili, insieme al Comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico in prefettura, e non escludo possibili restrizioni per il 24 e il 31 dicembre" - annuncia - ipotizzando la chiusura di strade in quei giorni contro gli assembramenti. Riaprono, su decisione dei sindaci, le scuole elementari in diversi Comuni del Basso Molise, in linea con l'ordinanza emanata dal governatore Toma, che ha introdotto nuove misure per una zona gialla "rafforzata". Nelle Marche la Regione chiama a raccolta i sindaci dei comprensori sciistici - chiusi fino al 7 gennaio secondo l'ultimo Dpcm - "per trovare una volontà condivisa e cercare possibili soluzioni nel rilanciare il sistema economico dei Comuni montani già gravemente messi alla prova dopo il sisma". Tra le proposte, la creazione di un "brand unico per mettere in rete i comprensori" e l'attivazione per tutti della possibilità di "acquisto di abbonamenti stagionali e skipass direttamente online". Niente settimana bianca a Natale e città blindate, ma il braccio di ferro in vista del 25 dicembre prosegue. Da registrare il fatto che la Svizzera da giovedì interromperà i collegamenti ferroviari con l'Italia a causa delle nuove misure del Dpcm e per il drastico calo dei passeggeri. L'annuncio ha mobilitato la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che nelle prossime ore sentirà la sua omologa elvetica "per una soluzione condivisa affinché siano garantiti almeno i servizi minimi essenziali tra i due Paesi".

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