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Mes, intesa nel Governo, ma sul Recovery Renzi sfida Giuseppe Conte

Mes, intesa nel Governo, ma sul Recovery Renzi sfida Giuseppe Conte

Mes, intesa nel Governo, ma sul Recovery Renzi sfida Giuseppe Conte

Chi ha ancora in mente quel venti agosto in cui, al Senato, si fronteggiarono Matteo Salvini e Giuseppe Conte, è pronto a scommettere che qualcosa del genere, potrebbe avvenire oggi, nel D-Day del governo giallorosa. Ma la crisi dell'esecutivo è quasi impossibile anche perché, sulla risoluzione di maggioranza sulla riforma Mes, un'intesa è stata trovata e la fronda pentastellata è rientrata in gran parte. Ma è sul Recovery Plan che la sfida tra Renzi e il premier è ancora aperta. Il leader di Italia viva non vuole, in alcun modo, la task force tecnica pensata da Palazzo Chigi per la gestione dei progetti. "La struttura di Conte - ha detto Renzi - pensa a moltiplicare le poltrone. Per noi un ideale vale di più. Sul rischio di una rottura spero di no ma temo di si". Conte ha abdicato dall'idea di inserire la cabina di regia in manovra ed è pronto a ulteriore modifiche, ma per ora resta in silenzio. E c'è chi, tra quelli che hanno una certa dimestichezza con il premier, arriva a dire che ormai è chiaro come il vero obiettivo di Renzi sia solo uno: Conte stesso. La resa dei conti non dovrebbe avere luogo in tempi brevi, ma, una volta archiviata la legge di bilancio, il Governo potrebbe navigare a vista. Nulla trapela del discorso del premier. Che, presumibilmente, plaudirà invece all'accordo trovato in maggioranza sulla risoluzione che lo autorizza Conte a firmare la riforma del Mes, spiegando, al tempo stesso, che il negoziato non può considerarsi concluso: va rispettata la cosiddetta logica del pacchetto e va profondamente modificato il Patto di stabilità e crescita, con l'introduzione del sistema europeo di assicurazione dei depositi. Su questo testo la fronda sembra essere rientrata. Nell'assemblea dei senatori del Movimento, Stefano Patuanelli ha detto di attendersi "un voto compatto". Al netto di qualche defezione, come spiega anche il capogruppo Pd Andrea Marcucci, al Senato "la maggioranza ci sarà". "Abbassare i toni, coinvolgere e includere", è la linea esplicata da Andrea Orlando. "Il confronto c'è, ora responsabilità", gli fa eco il capo delegazione M5S Alfonso Bonafede mentre Vito Crimi stoppa subito l'idea di una Bicamerale, caldeggiata da Renzi e Antonio Tajani. Questa sera, nel probabile Cosiglio dei ministri, l'ok ci sarà solo sul Recovery Plan, che Conte vuole portare a Bruxelles.

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