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Elezioni regionali, la politica siciliana aspetta “le mosse” di Roma

Elezioni regionali, la politica siciliana aspetta “le mosse” di Roma

Elezioni regionali, la politica siciliana aspetta “le mosse” di Roma

PALERMO - Da Nord a Sud: è una campagna elettorale a dir poco surreale quella che sta infiammando il dibattito politico in questa calda estate di emergenze e colpi di scena: molti litigi, poche certezze.Ma soprattutto, pochi contenuti.

Mentre a Roma la tensione è alle stelle perché il tempo stringe e i partiti stanno obiettivamente facendo una gran fatica a trovare accordi e punti comuni su cui costruire le alleanze, in Sicilia l’aria è a dir poco irrespirabile: alcune scelte sembra che dipenderanno dalle dinamiche della politica nazionale eppure l’appuntamento con le Regionali di novembre non è poi così lontano e la situazione di stallo venutasi a creare alimenta polemiche e divisioni, a scapito dei progetti su cui costruire il rilancio di questa devastata Isola.

Centrodestra logorato dallo scontro Musumeci-Miccichè

Polemiche, dicevamo: ne sa qualcosa il centrodestra siciliano, logorato da uno scontro, quello tra Musumeci e Micciché, che onestamente ha ormai stancato tutti. L’ennesima intervista rilasciata dal coordinatore regionale di Forza Italia ha scatenato il putiferio: “Fratelli d’Italia vuole il mio posto? Parliamone, ma basta con Musumeci. Che colpa ho io se Musumeci ha avuto un atteggiamento arrogante e sleale nei confronti dei suoi alleati? Adesso la colpa è di chi non lo vuole?”.

Stavolta, a prendere le difese del Presidente della Regione uscente è stato Ruggero Razza (#DiventeràBellissima): “Se c’è una sola parola - ha detto - che non si può utilizzare nei confronti del presidente Musumeci, fino a considerarla infamante e diffamatoria, è proprio ‘sleale’. In cinque anni, senza un solo giorno di crisi, non c’è alleato che non abbia avuto il pieno rispetto dei patti, perché pochi uomini politici hanno il senso della parola come il presidente della Regione. Semmai la lealtà non sempre è stata ricambiata, persino da chi ha incassato nomine concordate ed il giorno dopo votato norme bloccanomine”.“Razza vuole solo mettersi in mostra”, ha chiosato il vicecapogruppo di Forza Italia all’Ars, Michele Mancuso.“Il presidente Miccichè - ha poi rilanciato il capogruppo di Fi all’Ars, Tommaso Calderone - è la persona più rispettosa che io abbia mai conosciuto, specie in politica”.

Coalizione di centrosinistra tra tante incertezze

Sul fronte opposto, non se la passa meglio la coalizione di centrosinistra che tra tante incertezze questa settimana riunirà i responsabili dei partiti Pd, M5S e Centopassi per definire l’agenda politica ed elettorale.

De Luca e Giarrusso si separano

Si sfalda anche il fronte De Luca-Giarrusso: già finita la liaison politica tra il leader di Sicilia Vera e l’europarlamentare ex Cinquestelle. Ad annunciarlo, con una delle sue dirette Facebook, è stato proprio De Luca. “Con Dino Giarrusso ci siamo separati perché abbiamo una diversità di vedute su come combattere la Banda Bassotti della politica - dice -. La strada si interrompe qui”.

Sui social anche Dino Giarrusso ha spiegato il perché del “divorzio”: “Ci sono state diversità di vedute - ha detto in in un video diffuso su Facebook - per quanto riguarda la declinazione nazionale del progetto Sud chiama Nord. Si alcuni punti non siamo d’accordo, ma questo non cambia nulla rispetto al mio impegno per la Sicilia, per il Sud e per i cittadini italiani in generale. Presto vi dirò come questo impegno continuerà”.

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