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M5s, c’era una volta l’anticasta

M5s, c’era una volta l’anticasta

M5s, c’era una volta l’anticasta

ROMA - L’ennesima svolta del Movimento Cinquestelle passa per un voto degli iscritti (115.000 all’incirca) che sono chiamati a decidere la destinazione delle restituzioni dei parlamentari e se il Movimento dovrà o meno iscriversi al registro dei partiti per ottenere i fondi del 2x1000, facendo così cadere uno degli ultimi tabù, ovvero il rifiuto netto e categorico di qualsiasi forma di finanziamento pubblico sbandierato in tempi passati.

La settimana scorsa, i gruppi parlamentari di Camera e Senato, nel corso di un’assemblea congiunta, hanno concordato, pressoché unanimemente, di aprire alla nuova forma di finanziamento: quella di destinare il 2x1000 al Movimento Cinquestelle. Il leader del Movimento, Giuseppe Conte, aveva detto chiaramente che la decisione doveva essere rimessa alla volontà degli iscritti. E così è stato, liberandolo così dal prendere una decisione tutt'altro che facile: “Se prevarrà un voto favorevole – ha detto Conte - mi impegnerò per garantire che queste somme siano destinate a favorire l’azione politica sui territori e l’elaborazione di nuovi progetti a beneficio delle comunità locali e nazionali. Nel caso in cui prevarrà un voto contrario, continueremo a fare quel che abbiamo sempre fatto e lo faremo con l’autofinanziamento e le micro-donazioni”.

Sui social il fronte del ‘No’, al 2x1000 da Primo Di Nicola a Danilo Toninelli, fa sentire la propria voce: “Per accedere al 2x1000 dobbiamo iscriverci al registro nazionale dei partiti e siamo obbligati a strutturarci di conseguenza. Il M5S deve evolversi, lo sappiamo tutti. Ma non è detto che lo debba fare diventando come gli altri partiti”, attacca l’ex ministro delle Infrastrutture. Ma c’è anche chi ricorda come in occasione dell’ultima assemblea congiunta, quella del 24 novembre, la stragrande maggioranza degli eletti si sia dichiarata a favore del voto sul 2x1000.

Ora non resta che attendere il responso della base. Bocche cucite tra i pentastellati siciliani, che attendono il responso della base. Ma osserva un rigoroso silenzio anche il garante del Movimento Beppe Grillo fino a che la consultazione sarà in corso. La decisione verrà quindi affidata ai 115 mila iscritti, che decideranno su questa nuova svolta. Le urne sono aperte fino ad oggi alle 12 sulla piattaforma Sky Vote, anche per decidere la destinazione delle restituzioni dei parlamentari (quattromilioni/euro)”.

I vertici si starebbero preparando all’ipotesi di una class action da parte degli espulsi per riottenere i soldi versati negli ultimi tre anni sul conto del Comitato rendicontazioni e rimborsi del M5S, la ‘cassaforte’ creata nel 2018 dal Movimento per gestire e monitorare le restituzioni dei parlamentari e che a breve - una volta selezionati gli ultimi progetti benefici - sarà definitivamente liquidata. Nel Comitato restituzioni sarebbe stata individuata una “quota precauzionale” compresa tra i 50 e i 150mila euro per fronteggiare le eventuali spese legali. Al momento, stando a quanto viene riferito, sarebbero pochi i parlamentari espulsi ad aver presentato formalmente ricorso (si parla di tre eletti). Ma il Comitato per le restituzioni si è affrettato a chiarire che “Tutto sarà restituito, come prevede l’atto costitutivo del Comitato. L’obiettivo di questo organismo sono le donazioni e se allo scioglimento dovessero restare fondi a disposizione, questi verranno devoluti al Fondo per il Microcredito”.

Raffaella Pessina

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