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Nuove firme contro Orlando, mozione di sfiducia più vicina

Nuove firme contro Orlando, mozione di sfiducia più vicina

Nuove firme contro Orlando, mozione di sfiducia più vicina

PALERMO - È partita la raccolta firme per la mozione di sfiducia al sindaco Leoluca Orlando che, se approvata, comporterebbe la decadenza del primo cittadino e dell’intera Giunta. È la seconda in meno di un anno: la prima è stata bocciata a settembre 2020, ma da allora la geografia del Consiglio comunale è mutata profondamente perché Italia Viva è uscita dalla maggioranza e il sindaco si è ritrovato con appena una decina di consiglieri a sostenerlo.

Per calendarizzarla in Aula occorrono sedici firme, per approvarla ventiquattro voti: più facile che si realizzi la prima che la seconda circostanza, perché tra i banchi dell’opposizione sono già iniziati i distinguo e la reazione di alcuni partiti è stata tiepida. Il centrodestra, che ha predisposto il documento, può contare su dodici consiglieri: Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Udc e Diventerà Bellissima. Poi ci sono i moderati di +Europa, il gruppo Oso e il Movimento 5 stelle, che, se da una parte alle prossime elezioni comunali potrebbe ritrovarsi in una coalizione di centrosinistra insieme proprio a Orlando, al Pd e alla sinistra, dall’altra soltanto una settimana fa ha votato a favore della mozione di sfiducia (atto meramente politico ma senza conseguenze sul piano amministrativo) a uno dei volti simbolo di questo Esecutivo, l’assessore alla Mobilità Giusto Catania.

A fare da ago della bilancia, però, potrebbe essere il drappello dei renziani composto da Italia Viva e Sicilia Futura-Italia Viva, il gruppo più numeroso a Sala delle Lapidi: otto consiglieri incluso il presidente Salvatore Orlando. In calce alla mozione ci sono già le prime firme: a dare il via alle danze sono stati Francesco Scarpinato e Mimmo Russo di Fratelli d’Italia, Igor Gelarda della Lega e Marianna Caronia, che ha lasciato Forza Italia subito dopo aver aderito. “L'avevo scritto qualche giorno fa - ha spiegato Caronia - e così è stato: la mozione di sfiducia a Orlando, che con altri consiglieri ho firmato stamattina, è finalmente un elemento di chiarezza che costringe tutti ad assumersi le proprie responsabilità di fronte ai palermitani. Serve anche a rendere chiaro chi è davvero opposizione e chi è la stampella di Orlando. Prendo atto che anche Forza Italia vuole condannare la città a essere governata da Orlando per un altro anno, a differenza di chi vuole mandare presto a casa questa Giunta per tutti i danni che ha arrecato e potrebbe continuare ad arrecare ai palermitani. Non mi stupisce, dopo che ormai da mesi Forza Italia, anche al massimo livello regionale e all'Ars, ha palesemente voltato le spalle a Palermo”.

“A questo punto - ha annunciato l’ormai ex azzurra - non posso che lasciare il partito e proseguire la battaglia per contribuire senza impedimenti a liberare la nostra città. Se infatti Orlando resterà un altro anno potranno solo aggravarsi i problemi che egli stesso e la sua Amministrazione hanno causato e di cui si renderanno corresponsabili anche coloro che impediranno di mettere fine a questa terribile agonia, tenendo in sella Orlando ancora un anno. Ma mi auguro che ciò non accada, perché o si è con Orlando o si è con Palermo”.

Scarpinato e Russo sono stati tra i primi firmatari: “Il nostro partito – hanno detto - è fedele alla parola data ai palermitani. Avevamo annunciato la mozione di sfiducia e adesso è realtà: ci appelliamo ai consiglieri comunali di buona volontà e che hanno a cuore le sorti della nostra città perché firmino la mozione e consentano di mandare a casa questa Amministrazione comunale, la peggiore di sempre. Orlando dice che non si dimetterà mai? Lo sfiduceremo noi, consentendo ai cittadini di tornare a votare per liberarsi di questa Giunta. Ci auguriamo, inoltre, che tutto il centrodestra firmi la mozione, senza tatticismi o timori di andare alle urne”.

Anche Gelarda ha partecipato alla stesura del testo: “Ho agito – ha fatto sapere - secondo la mia coscienza. Il sindaco ha chiaramente detto che non si dimetterà, che era la cosa che gli aveva chiesto il centrodestra. A questo punto la sfiducia è diventata un atto dovuto a Palermo e ai palermitani. Ci sono oltre novecento bare che mi hanno imposto di firmare; ci sono tonnellate di spazzatura per strada, centinaia di chilometri di manto stradale abbandonati e i ponti da troppi anni privi di manutenzioni che mi hanno obbligato a farlo. A chiederlo sono i palermitani stufi dell’abbandono e della arroganza del sindaco. Ai colleghi consiglieri l’invito a fare l’unica scelta di amore e coerenza per Palermo: mandare a casa Orlando”.

Gaspare Ingargiola

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