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Palermo, tra Orlando e Italia Viva rottura (forse) definitiva

Palermo, tra Orlando e Italia Viva rottura (forse) definitiva

Palermo, tra Orlando e Italia Viva rottura (forse) definitiva

PALERMO - È rottura, forse definitiva, tra Italia Viva e Amministrazione Orlando. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo mesi di tensione, è stata la bocciatura in Consiglio comunale del Piano triennale delle Opere pubbliche 2020-2022. Un piano che doveva essere approvato prima del Bilancio di previsione dell’anno scorso ma che poi è slittato per ragioni di tempo (e che di fatto era una mera presa d’atto) ma che ha segnato uno strappo (sembrerebbe) insanabile tra i renziani e il sindaco Leoluca Orlando.

Ma andiamo con ordine. Il 14 aprile alcuni capigruppo di maggioranza (Rosario Arcoleo del Pd, Valentina Chinnici di Avanti Insieme e Barbara Evola di Sinistra Comune) hanno scritto, con l’eccezione di Iv, una lettera al presidente del Consiglio, Totò Orlando (da poco passato tra le fila dei renziani), firmandola insieme ai moderati Fabrizio Ferrandelli (+Europa) e Cesare Mattaliano (misto) e al capogruppo del M5s Viviana Lo Monaco in una sorta di rievocazione del secondo governo Conte (con vista sulle elezioni comunali del 2022).

Nella lettera i capigruppo hanno lamentato problemi nella calendarizzazione delle sedute e nell’organizzazione dei lavori d’Aula: “Vorremmo che si affrontassero temi importanti come la declinazione locale del piano per la ripartenza, il riparto delle somme destinate ai ristori per le categorie della ristorazione, dello sport, della musica e dello spettacolo”.

Il presidente Orlando ha replicato con una nota dai toni solo apparentemente conciliatori, ma in Aula ha rintuzzato le critiche parlando di “una lettera di natura solo ed esclusivamente politica che riguarda parte della maggioranza che possibilmente, in proiezione, ne sta costruendo una nuova. Questa lettera è un atto politico e la registriamo come tale. D’ora in poi scenderemo in piazza con le categorie: nessun aumento di tasse potrà essere sottoposto all’Aula”, ha aggiunto riferendosi al probabile aumento della Tari cui Italia Viva si è già detta contraria.

Del resto anche nella sua nota Orlando ha “condiviso l’assunto del presidente del Consiglio e cioè che agli italiani i soldi non si chiedono, si danno” e ha “auspicato che ciò ci vedrà protagonisti, come Consiglio comunale, di determinazioni volte a non gravare in alcun caso nelle tasche dei palermitani”.

Ma è l’indomani, durante la discussione sul Piano triennale, che è scoppiato un putiferio quando il ragioniere generale ha segnalato nel suo parere che nell’elenco annuale 2021 la Giunta aveva reinserito le opere accessorie delle nuove linee del tram, cogliendo di sorpresa l’Aula. Durante la discussione sul Bilancio di previsione dell’anno scorso, infatti, le risorse per le opere accessorie (oltre 76 milioni) erano state dirottate (complice il voto favorevole di buona parte della maggioranza) su altri investimenti, tanto che Sinistra Comune aveva abbandonato l’Aula per protesta e l’assessore di riferimento Giusto Catania si era autosospeso per alcuni giorni. “Il Ragioniere - ha sottolineato il presidente Orlando - ha rilevato una discordanza e una difformità tra la delibera del 30 dicembre del Consiglio comunale e la proposta di Piano triennale deliberata dalla Giunta. Nulla osta che il Consiglio possa cambiare idea ma trovo inopportuno che lo faccia la Giunta pochi giorni dopo una decisione dell’aula dopo che il sindaco aveva detto pubblicamente di condividere il percorso”.

L’assessore Maria Prestigiacomo ha provato a salvare l’atto (“Ne ho parlato con l’assessore competente, se non sarà approvato il Piano ci saranno problemi sui progetti del tram”, ha spiegato) ma alla fine la delibera è stata bocciata con 16 voti contrari e 11 favorevoli e con l’astensione decisiva di Iv.

Furiosa la reazione del sindaco Orlando, che ha firmato una nota congiunta con tutti gli assessori a eccezione di Toni Costumati e Leopoldo Piampiano, nominati in quota Iv: “A partire dalla bocciatura del Piano per la riqualificazione dell’area del mercato ittico, la mancata sospensione del regolamento sulle sanzioni per l’evasione, passando per la bocciatura del Bilancio consolidato, per la mancata approvazione dei regolamenti sui beni comuni e sui beni confiscati, e del piano triennale delle Opere pubbliche, si assiste al ripetersi di voti ‘anomali’ da parte di consiglieri comunali che pure affermano di condividere e sostenere le scelte strategiche e l’operato dell’Amministrazione e che sono rappresentati all’interno della Giunta comunale”.

“Si tratta evidentemente – ha concluso - non di più di episodi, ma di scelte che riteniamo inaccettabili, frutto di un approccio ai rapporti interni alla coalizione che rischia di causare danni insostenibili e forse irreversibili alla città. Noi continueremo a lavorare per il bene della città, così come continueremo a pensare e ad agire considerando che sia necessario un approccio di squadra e della valorizzazione e del rispetto di ciascuna cultura e forza politica. È ovvio che chi non ha tale approccio e chi non lo manifesta con scelte amministrative concrete si pone di fatto al di fuori di un percorso politico e amministrativo”.

“Problemi di coalizione? Il sindaco cerchi altrove i responsabili”, hanno replicato Dario Chinnici e Gianluca Inzerillo, capigruppo di Iv e Iv-Sicilia Futura. Nelle stesse ore, però, le dimissioni dei due componenti del Cda della Rap Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano esautoravano il presidente Giuseppe Norata, vicino ai renziani, facendolo decadere: lo scontro tra il sindaco e i renziani, insomma, è appena cominciato.

Gaspare Ingargiola

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