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Referendum, il Popolo travolge la Casta. Stravince il Sì. Nelle nuove Camere 345 privilegiati in meno

Referendum, il Popolo travolge la Casta. Stravince il Sì. Nelle nuove Camere 345 privilegiati in meno

Referendum, il Popolo travolge la Casta. Stravince il Sì. Nelle nuove Camere 345 privilegiati in meno

E alla fine è giunta la resa dei conti. Nelle ultime settimane abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto. Dibattiti, confronti, opinioni. Domenica e ieri la parola è passata ai cittadini che sono stati finalmente chiamati ad esprimersi sul referendum relativo al taglio dei parlamentari. Una “riforma coraggiosa” l’aveva giustamente definita la deputata pentastellata Maria Laura Paxia, intervistata dal Quotidiano di Sicilia. Ed in effetti il M5s ha fatto del referendum la sua bandiera. Una sfida dal carattere fortemente simbolico che il M5s ha vinto grazie anche all’appoggio degli altri partiti politici proprio in nome dell’obiettivo nobile che la riforma si è posta, cioè quello di rendere le istituzioni meno costose, ma soprattutto più snelle ed efficienti. Luigi Di Maio: "Vittoria di tutti gli italiani" Luigi Di Maio non nasconde la sua soddisfazione. La vittoria del sì al referendum costituzionale è “un segnale positivo di riavvicinamento della politica ai cittadini: per la prima volta le proposte dell’una e dell'altra parte coincidevano e hanno trovato espressione in un risultato che negli ultimi giorni non era scontato. È una vittoria di tutti, di tutto il Paese, di tutti gli italiani che non hanno mai smesso di crederci al di là delle appartenenze partitiche”. “È una vittoria del popolo - sostiene ancora Di Maio - che non ci ha mai fatto perdere la speranza di vincere. Sono molto soddisfatto, ringrazio tutti coloro che hanno lavorato al risultato in primis Vito Crimi. Da oggi il nostro Parlamento è in linea con le democrazie occidentali”. “Grazie agli italiani per aver creduto in noi e in questo progetto di riforma ma anche grazie a chi ha votato No, esprimendo in modo libero e pacifico le proprie idee. Ora vogliamo lavorare affinché chi ha votato No si convinca che la decisione intrapresa è quella giusta”, ha aggiunto. Zingaretti (Pd): "Avanti con la stagione delle riforme" Canta vittoria anche il Partito democratico, principale alleato di Governo dei grillini. “Il voto del referendum - ha detto il segretario Nicola Zingaretti, conferma che il Pd è “la forza del cambiamento, garante anche in questa legislatura di un percorso di innovazione e modernizzazione delle istituzioni di cui da sempre sentiamo il bisogno”. Ha aggiunto il leader democratico: “Con la vittoria del sì si apre ora una stagione di riforme: vogliamo che si apra una stagione di riforme e con gli alleati faremo di tutto perché questa stagione vada avanti spedita". “Il no - ha continuato - avrebbe purtroppo bloccato questa speranza di cambiare le istituzioni. Ma il Pd farà di tutto per rappresentare anche tante persone, quelle preoccupazioni che hanno portato tanti a votare no. Molte di quelle preoccupazioni le sentiamo nostre: difesa delle istituzioni democratiche, adeguata rappresentanza di genere. Il sì è la garanzia che ora si apre il cantiere delle riforme, che dovrà andare speditamente”. In Sicilia affluenza flop: al voto solo il 35,3% degli aventi diritto Il Sì ha stravinto pure in Sicilia, con oltre il 75% delle preferenze, a fronte però di un’affluenza che si attesta come la più basse d’Italia. L’astensione dai seggi, dunque, è il dato principale che emerge in questa tornata elettorale nella nostra Isola dove ha votato appena il 35,3%. Penultima per affluenza la Sardegna con il 35,7%. Ampio il distacco con la terzultima, la Calabria, con oltre il 45%. La media nazionale supera il 50%. In Trentino Alto Adige si registra l’affluenza al voto più alta per il referendum costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari. E' andato al voto il 70,9 per cento degli aventi diritto e si tratta, in base ai dati del Viminale, della percentuale più alta in assoluto di votanti. Il dopo referendum: cosa succederà adesso Superato il giudizio del referendum confermativo, si apre ora la procedura che porterà alla promulgazione e all’entrata in vigore della legge che riduce a 600 il numero dei parlamentari. Il prossimo passaggio sarà la proclamazione dei risultati da parte dell’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione. Il relativo verbale verrà quindi trasmesso al Presidente della Repubblica, che procederà alla promulgazione della legge. I nuovi articoli 56 e 57 della Costituzione si applicheranno alle prossime elezioni politiche, successive sia ad un eventuale scioglimento delle Camere sia naturalmente alla scadenza naturale della legislatura, prevista nella primavera del 2023. È previsto tuttavia che la legge venga applicata non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla sua entrata in vigore: que­sto per adottare il necessario de­creto legislativo per ridefinire i collegi elettorali, anche se attualmente la Camera è impegnata nell’esame di una nuova legge elettorale. Crimi mette già le mani avanti: “Prossimo step taglio alle indennità” “Per me è stato il Sì più carico di responsabilità dopo quello a mia moglie, tanti anni fa”. Giorgio Trizzino, deputato M5S, si lascia scappare persino una battuta e commenta così il Sì in nettissimo vantaggio. “Il referendum è la migliore forma di democrazia ‘diretta’ e con questo risultato gli italiani hanno espresso la propria volontà in modo netto ed hanno dimostrato di essere meno stolti di quanto si crede”, osserva il parlamentare siciliano, che aggiunge: “Quando è in gioco l’assetto della democrazia, la gente - che stupida non è - accorre alle urne e vota. Abbiamo la conferma che la strada della riduzione dei parlamentari era quella giusta. Adesso è il tempo della riforma elettorale”. “Dalla prossima legislatura avremo un parlamento più snello, meno costoso, più efficace ed efficiente”. Esulta la deputata regionale del M5s, Stefania Campo che evitando i facili entusiasmi già guarda al futuro: “La prossima battaglia sarà quella della riforma elettorale per avere rappresentanti eletti dal popolo e non nominati dalle segreterie di partito”. Molti in verità, ritengono che la prossima battaglia sia quella del taglio agli stipendi dei parlamentari ed in effetti a mettere le mani avanti è lo stesso Vito Crimi: “Il prossimo step - ha detto ieri commentando la vittoria del Sì - , visto che tanti hanno detto che questa riforma non è un grande risparmio, sarà la riduzione delle indennità dei parlamentari. Vediamo se interpretiamo o meno la volontà dei cittadini”. “Il Covid-19 non ha fermato il voto, zittiti i catastrofisti” ROMA - Il coronavirus non ha fermato la voglia di partecipazione al voto, “i catastrofisti sono stati zittiti dall’intelligenza degli italiani”. Lo ha sottolineato Matteo Bassetti, il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “Qualcuno diceva che non si doveva tornare a scuola, che non si doveva votare, che doveva rimanere tutto chiuso e che saremmo tutti morti di Covid-19 - rimarca Bassetti -. Nella realtà la scuola ha ripreso grazie alle misure messe in pratica, e il voto si sta svolgendo con assoluta tranquillità. Io sono andato a votare e ho visto un rispetto delle regole eccezionale da parte di tutti”. “Gli italiani non sono un ‘popolo bue’ - prosegue l’infettivologo -. Hanno capito la gravità della situazione e che il rispetto delle misure è fondamentale per convivere con il virus. Il catastrofismo non serve a nulla se non a ottenere effetti contrari. Mentre gli italiani hanno dimostrato grande maturità ed è evidente - conclude Bassetti - che quando le cose da fare vengono spiegate con calma e tranquillità si possono ottenere risultati importanti e garantire la sicurezza di tutti”.

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