PALERMO – Che non tirasse un’aria particolarmente buona era facile da intuire ancora prima che Gianfranco Miccichè e Nello Musumeci rilasciassero un’intervista l’uno al Corriere della Sera nel giro di pochi giorni. Ma dopo le dichiarazioni del governatore regionale della Sicilia al quotidiano milanese è arrivata la controrisposta del presidente Ars. E i toni, soprattutto all’interno di Forza Italia, si sono ulteriormente alzati.
Musumeci, nel ribadire di non avere alcuna intenzione di arretrare sulla propria ricandidatura a Palazzo d’Orleans, aveva sottolineato come in passato per due volte l’attuale coordinatore regionale di Forza Italia abbia “spaccato la coalizione facendo vincere la sinistra”.
Non si è fatta attendere la reazione del diretto interessato: a margine della presentazione alla stampa della mostra Re, organizzata a Palazzo dei Normanni dalla fondazione Federico II, Miccichè ha sottolineato l’impossibilità di riconciliarsi con il presidente della Regione.
“Quotidianamente mi fa capire che continuerebbe a comportarsi nella stessa maniera anche dopo. Sia chiaro, per me è una bellissima persona e non ho mai avuto nulla contro di lui: tuttavia questo suo tentativo di distruggere i partiti ed eliminare la politica non mi piace. Il suo è un metodo di lavoro distruttivo, oltre che fallimentare: non ha mai coinvolto i partiti della maggioranza, con cui avrebbe dovuto condividere importanti decisioni, soprattutto quando si trattava di approvare le leggi di riforma. E su questo l’80% dell’Assemblea la pensa come me”.
Dura la presa di posizione dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao dopo le parole di Miccichè. “La politica non può essere trasformata in terreno di scontro personale, specialmente in un momento in cui i siciliani si aspettano risposte chiare e puntuali piuttosto che beghe di partito -, afferma Armao, – Chi riveste un ruolo istituzionale non può svilirlo con attacchi personali ad altri soggetti politici. Il presidente dell’Assemblea regionale, in particolare, riveste un ruolo di imparzialità e garanzia, che viene inevitabilmente compromesso da queste affermazioni”.
Le accuse di Armao a Miccichè vengono rilanciate da un altro forzista della Giunta regionale, Marco Falcone. “Purtroppo, alternando momenti di nervosismo a fasi di confusione totale, colui che dovrebbe essere il garante della massima istituzione democratica della Regione finisce per diventare il principale destabilizzatore della politica in Sicilia - evidenzia il titolare alle Infrastrutture a Palazzo d’Orleans –. Quando si parla del governo dei siciliani, Miccichè farebbe bene a tacere. Forza Italia è il pilastro della coalizione di centrodestra al governo nell’isola: avremmo gradito, e come noi la maggioranza dei siciliani, che anche altri nei propri ruoli avessero lavorato per il bene del partito e del territorio”.
A rispondere a Falcone è il vicecapogruppo di Forza Italia all’Ars, Michele Mancuso: “Piuttosto che sparare a salve, dovrebbe essere grato verso chi lo ha tenuto nella plancia di comando per quattro anni e mezzo. E’ ora di mettere da parte gli atteggiamenti di sfida, se per lui è così difficile esternare la propria gratitudine farebbe meglio a cercasi un altro partito”.
(ITALPRESS)
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