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Coronavirus, Sicilia, calano un po' i contagi nel week end

Coronavirus, Sicilia, calano un po' i contagi nel week end

Coronavirus, Sicilia, calano un po’ i contagi nel week end

Mentre calano i contagi in Sicilia, con "solo" 1.422 nuovi positivi e 36 morti - ma con solo 7.476 i tamponi effettuati - preoccupa la situazione negli ospedali palermitani: nel Pronto soccorso del Civico il sindacato Fials-Confsal segnala altri tre sanitari infettati. E sempre ieri anche tre infermieri che lavorano nel Pronto soccorso dell'ospedale Cervello di Palermo sono risultati positivi al covid. Il pronto soccorso del Cervello, come quello dell'ospedale Civico dove i positivi sono 23, è dedicato all'emergenza coronavirus. "La verità è che il sistema non regge, i posti tanto propagandati non ci sono ancora e se il pronto soccorso del Civico dovesse crollare saremmo subito in zona rossa perché al momento gli eroi, usati come peones, stanno sopperendo a posti di sub intensiva che non ci sono", sostiene il sindacato. Per il segretario della Fials, Enzo Munafò, "è arrivato il momento di assumersi responsabilità e prendere decisioni, perché di questo passo fra due settimane i contagiati tra il personale sanitario sarà almeno triplicato". E accusa: "Gli operatori sanitari ci riferiscono di essere costretti a indossare pannoloni al posto del calzari carenti, c'è una situazione indescrivibile: un solo bagno con la porta pure rotta, carenza di dispositivi di protezione tanto da essere costretti a indossare gli stessi guanti anche per 12 ore consecutive". Il sindacato chiede "di impedire nuovi accessi di pazienti, per almeno una settimana, affinché si riduca la presenza nel numero e si riduca il carico di lavoro dando tempo di riorganizzare il servizio creando linee di arretramento per consentire che si possa monitorare il personale, garantendo bagni e spogliatoi più idonei di quelli attuali, con sorveglianza speciale e rapida per evitare che tra una settimana si debba comunque essere costretti a chiudere completamente il pronto soccorso". Prorogata la zona rossa a Cesarò e San Teodoro Cesarò e San Teodoro resteranno zona rossa fino al 23 novembre. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sentiti i sindaci dei due Comuni del messinese, ha infatti firmato, d'intesa con l'assessore alla Salute Ruggero Razza, l'ordinanza di proroga delle misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica nei due centri dei Nebrodi. Le restrizioni adottate sono quelle già disposte a partire dallo scorso otto novembre. Scuole chiuse a Enna fino al 22 novembre Chiuse a Enna fino al prossimo 22 novembre scuole primarie e secondarie. Lo ha deciso l'Asp di Enna che, già negli scorsi giorni, aveva chiuso alcune scuole e avviato gli screening sui bambini, gli insegnanti e sul corpo non docente. Secondo una nota dell'Asp la percentuale di positivi nelle scuole, negli ultimi giorni è passata dallo 0,5 per cento al 0,7 per cento e questo avrebbe convinto l'azienda sanitaria a procedere con la chiusura. Nel capoluogo, sono 182 le persone affette da Covid di cui 11 ricoverati nell'ospedale Umberto I e 5 in terapia intensiva. Norme anticovid, 55 multati a Palermo Sono state 55 le persone multate ieri a Palermo per il mancato rispetto delle norme anticovid, nove i titolari di attività commerciali sanzionati. Alcune persone sono state trovate senza mascherina, altre non hanno rispettato le norme anti assembramento. Ieri sono state controllate 3.122 persone e 369 attività commerciali. Dall'inizio del mese le persone multate sono state 395 e tre denunciate su 29.008 persone controllate, mentre su 5.228 esercizi commerciali ne sono stati multati 19, quattro quelli chiusi per cinque giorni. L'arcivescovo di Siracusa rincuora i fedeli "Non scoraggiatevi! Come ha scritto Papa Francesco nella recente enciclica Fratelli tutti, trasformiamo questo momento di sofferenza in una grande occasione che ci permetta di esprimere la fraternità che si fa carico del dolore degli altri, di essere costanti e instancabili nell'impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto". L'arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, scrive alla comunità diocesana in questo tempo "difficile, carico di timori ed incertezze a causa della perdurante pandemia". "Le ristrettezze che viviamo stanno seriamente provando il nostro tessuto sociale. Tante famiglie sono costrette ad affrontare un grave e, spesso, irreversibile tracollo economico che sembra spegnere ogni speranza - scrive mons. Lomanto -. Invito tutti ad elevare a Dio, Padre provvidente, la nostra costante preghiera affinché cessi il flagello di questo virus. Esorto tutti ad osservare scrupolosamente le precauzioni raccomandate dalle autorità sanitarie: custodire se stessi e i fratelli proteggendoli dalla malattia è oggi la prima opera di carità che ci viene chiesta". Mons. Lomanto ha ricordato il servizio degli operatori sanitari: "Il mio pensiero e la mia preghiera vanno ai familiari dei malati, ai medici, agli infermieri e a quanti sono chiamati a curare ed assistere i ricoverati nei nostri ospedali e coloro che si trovano in isolamento. A quanti sono preposti alla cura del bene comune e alla salvaguardia della salute pubblica esprimo la mia gratitudine per quanto hanno fatto e continuano a fare in questo lungo periodo di pandemia. Sono certo che continueranno a spendersi nell'esclusiva ricerca del bene di tutti. Grazie ai volontari che operano a favore dei poveri nelle parrocchie, nella Caritas e nelle diverse realtà associative che si prodigano per portare assistenza e sollievo a chi è nella prova".

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