Coronavirus, nuove zone rosse, scontro De Luca-Di Maio
Ieri, nel giorno del debutto delle nuove zone rosse in Campania e in Toscana, e arancione in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche, è stato scontro tra il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il Governo, nella persona del ministro Luigi Di Maio, napoletano.
"Non è tollerabile che un ministro si metta a fare sciacallaggio contro un uomo che parla chiaro, Di Maio - ha scandito De Luca collegato a Che tempo che fa da Fabio Fazio - ha detto cose ignobili e il presidente del Consiglio Conte deve intervenire".
Parole durissime il governatore le ha riservate anche al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
"Le immagini che abbiamo visto di Napoli - ha affermato - sono di una città fuori controllo. La Regione Campania ha lavorato mentre ci sono sono nullità che pensano di farsi pubblicità attaccandomi".
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dal canto suo, aveva preso in giro De Luca affermando: "avrà dato altro materiale per Crozza per il prossimo venerdì, mettiamola così….".
L'esponente dei Cinque Stelle però aveva voluto anche tendere la mano al presidente campano.
"Io a De Luca voglio mandare un messaggio di pace - aveva detto -, lavoriamo insieme per la Regione. Noi applichiamo un metodo a livello nazionale, sui dati inviati dalle Regioni", e non ha nascosto al tempo stesso la necessità di rivedere i rapporti tra Stato e Regioni.
"Quando usciremo da questa pandemia - ha infatti ribadito - credo che dovremo rivedere alcuni equilibri di poteri tra Regioni e Stato centrale".
I governatori delle regioni italiane, infatti, spesso assumono posizioni controverse e, molte volte, in contraddizione con quanto da loro stessi affermato precedentemente.
Anche se con toni molto più pacati rispetto a De Luca, anche il governatore della Toscana Eugenio Giani non ha gradito il fatto che la sua Regione sia finita tra quelle rosse, affermando che le decisioni sono prese su dati vecchi.
"Speriamo di tornare ad allentare la morsa per metà dicembre, scendere in zona rossa è facile, ma le condizioni per risalire sono molto rigorose: non voglio creare illusioni", ha detto, aggiungendo che "la decisione "è stata presa su dati che vanno dall'1 all'8 novembre, dal 9 novembre i dati si sono quantomeno stabilizzati, ho visto un cauto miglioramento. A questo punto il provvedimento è preso, dobbiamo fare squadra per ritornare a metà dicembre, prima di Natale, ad allentare la morsa e magari tornare in zona arancione se non in zona gialla".
Scalpita per uscire dalla zona arancione anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.
Dai primi di dicembre, "o magari anche prima" se scenderà l'Rt sotto l'1%., il governatore vuole chiedere al Governo di far uscire dalla zona arancione la Liguria.
L'Abruzzo invece va verso il lockdown: nelle prossime ore il governatore Marsilio dovrebbe firmare un'ordinanza che prevede, tra l'altro, la chiusura delle scuole di ogni ordine e lo stop ai centri commerciali.
Nelle Marche il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, ha pubblicato stamani sulla propria pagina Facebook, un post ricordando l'avvio della fase "arancione" per la regione (con Emilia e Friuli) e quindi delle nuove misure restrittive anti-covid.
"Mi è molto dispiaciuta - ha scritto - la mancanza di una comunicazione minima e della concertazione necessaria che avrebbe potuto portare a scenari diversi o comunque a rendere una misura una soluzione invece di un'imposizione. Sono amareggiato perché il mio è sempre stato un atteggiamento collaborativo con le Istituzioni nazionali".
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