AstraZeneca, nessuna prova aumento rischi coaguli di sangue
AstraZeneca oggi ha reso noto che "non ci sono prove di un aumento del rischio" di un coagulo di sangue a causa del vaccino anti-Covid. "I numeri su questo tipo (di problema medico) sono molto più bassi in coloro che sono vaccinati rispetto a quanto ci si aspetterebbe nell'insieme della popolazione", ha spiegato il gruppo anglo-svedese in un comunicato, dopo che alcuni Paesi hanno sospeso a scopo precauzionale la somministrazione di quel vaccino.
"Il lotto che è stato bloccato da Aifa conteneva 560mila dosi di cui 250mila destinate all'Italia e le altre a 7 paesi europei. Si sa che ci saranno eventi avversi quando si inizia una campagna di massa ma non possiamo dire se ora gli eventi segnalati abbiano un nesso di causalità", ha detto il direttore della Prevenzione Gianni Rezza alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio settimanale.
"Non bisogna generare un allarme ingiustificato perché per ora non è stato dimostrato alcun nesso di causalità". – ha continuato Gianni Rezza - "E' importante una vigile attesa. Non è detto che non ci saranno casi ma non è detto che siano legati a vaccini. Secondo Ema i rischi sono trascurabili mentre i benefici sono molto alti".
In Gb sono stati somministrati 9 milioni di dosi e non sono riportati eventi avversi di particolare gravità e Ema continua a rassicurare. Quindi è chiaro che la campagna va avanti ma non dobbiamo sottovalutare tali episodi".
Intanto l'Aifa, avendo avuto notizia che sta circolando sui social una versione falsa del comunicato Aifa n.632 pubblicato ieri 11 marzo nella quale vengono riportati falsi numeri di lotti di vaccino AstraZeneca contro il Covid19, ribadisce che "l'unico lotto di vaccino AZ oggetto del divieto d'uso sul territorio nazionale è il numero ABV2856.
L'Aifa intende ricordare che ogni azione mirata a diffondere notizie false e pericolose per la collettività, sarà contrastata con ogni mezzo. L'AIFA si riserva di intraprendere tutte le opportune azioni legali contro tale illecita divulgazione".
Dario Raffaele
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