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Coronavirus, cresce ancora il numero dei morti in Sicilia

Coronavirus, cresce ancora il numero dei morti in Sicilia

Coronavirus, cresce ancora il numero dei morti in Sicilia

Mentre infuriano le polemiche sulla zona arancione, negli ospedali e in Sicilia infuria la battaglia per cercare di fronteggiare un'emergenza coronavirus che si fa sempre più preoccupante, a cominciare dal numero di morti, che nel bollettino di ieri erano venticinque nelle precedenti ventiquattro ore. Per dare un'idea dell'incremento, il numero complessivo dei morti in Sicilia, dal mese di febbraio, è di 594. Sono poi 1.322 i nuovi positivi, su 9.497 tamponi effettuati. Con i nuovi casi è salito a quasi ventimila, per la precisione 18.526 persone, il numero dei attuali positivi, con un incremento di 908. A fronte della decisione del Governo nazionale di dichiarare zona arancione la Sicilia, c'è da dire che solo 1.304 di essi sono i ricoverati negli ospedali (1147 in regime ordinario con un aumento di 45 e 157 in terapia intensiva con un aumento di nove ricoveri). Il numero spaventoso, ossia 17.222, è quello delle persone lasciate, per vari motivi, in isolamento domiciliare, spesso senza adeguate informazioni sul loro stato da parte delle strutture sanitarie locali. Terapie intensive, giallo a Palermo e Trapani Un piccolo giallo è stato registrato ieri dopo che le agenzie di stampa avevano battuto la notizia secondo la quale nelle terapie intensive covid nel bacino di Palermo e Trapani la situazione fosse al limite: tutti pieni Civico, Cervello e Partinico e disponibili soltanto quattro posti a Marsala, mentre si stava lavorando per attivare altri venti posti al Civico e a Partinico. Il commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus nella Città metropolitana di Palermo, Renato Costa, ha però definito la notizia "destituita di ogni fondamento" spiegando che erano "disponibili quattro posti nell'ospedale Cervello, dieci nel nosocomio di Partinico, quattro nel Paolo Borsellino di Marsala e dieci, attivabili ove fosse necessario, nell'Ismett di Palermo". Tre morti negli ospedali di Messina Si muore in ospedale, nel Messinese: nelle ultime 24 ore due sono decedute nel Policlinico peloritano e una nel Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto. Tutti avevano più di settant'anni. Nel Policlinico si trovano ricoverati complessivamente quarantuno pazienti affetti da coronavirus, nove dei quali in Rianimazione. A Barcellona sono ricoverate ventuno persone e otto nel Papardo. Famiglia distrutta a Gela Tanti i drammi umani causati in queste ore dalla recrudescenza del contagio: nell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta non soltanto madre e figlio, di Gela, sono morti nel giro di pochi giorni, ma adesso anche il capofamiglia è stato ricoverato in Rianimazione. Vista la carenza, per lui è stato trovato un posto letto nell'ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento. Una famiglia di Gela distrutta dal coronavirus, insomma. I primi ad accusare i sintomi del virus erano stati madre e figlio, entrambi affetti da polmonite interstiziale da covid-19. Cos'è la polmonite da coronavirus Inevitabili, per madre e figlio, il ricovero in rianimazione e l'intubazione. Poi le condizioni sono precipitate, anche per via del meccanismo d'azione del virus, che, attraverso la proteina Spike, forma i cosiddetti sincizi, cellule anomale, molto grandi, nate dalla fusione con le cellule vicine. Ciò danneggia irrimediabilmente i polmoni e causa trombi nei vasi sanguigni nel novanta per cento dei pazienti. Lo ha scoperto una ricerca anglo-italiana pubblicata sulla rivista Lancet eBioMedicine che si è basata sull'analisi dei tessuti da morti da coronavirus. "Eseguo autopsie da 25 anni - ha detto Rossana Bussani, docente di anatomia patologica dell'Università di Trieste -, ma non ho mai visto finora un danno così esteso e con queste caratteristiche". Serena Zacchigna, docente di biologia molecolare dello stesso ateneo, ha sottolineato "la persistenza di queste cellule anormali infettate nei polmoni" e la sostituzione del tessuto normale con quello cicatriziale e fibroso. Anche chi guarisce, insomma, potrebbe avere danni permanenti. Niscemi, positiva esce di casa, denunciata Ma la serietà della situazione non viene compresa da tutti: proprio alla Procura di Gela è stata denunciata una donna di trent'anni di Niscemi (Caltanissetta) che aveva l'obbligo di restare in casa perché positiva al coronavirus, invece, agenti del Commissariato di polizia l'hanno trovata in giro per le vie. La donna, dopo la contestazione del reato, che prevede multe e la detenzione fino a sei mesi, da è stata posta nuovamente in isolamento domiciliare dalla Polizia. Drive in Palermo, 694 contagiati in sette giorni Intanto ieri nel Drive in della Fiera del Mediterraneo a Palermo sono stati eseguiti 970 tamponi con 78 positivi. Nei sette giorni dall'inizio dei test i tamponi eseguiti complessivamente sono stati 7.376 con l'individuazione di 694 positivi. A Sciacca screening studenti nel weekend E in questo fine settimana a Sciacca (Agrigento) prende il via la campagna di monitoraggio sanitario regionale della popolazione, su base volontaria e curata dall'Asp, con il coinvolgimento del Comune. Si comincia domani con le scuole superiori e si prosegue domenica. L'iniziativa è dell'assessorato regionale alla Salute e la sindaco Francesca Valenti e l'assessore all'Istruzione Gisella Mondino hanno già informato i dirigenti scolastici ai quali è stata chiesta collaborazione.

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