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Coronavirus, da Moderna un vaccino efficace al 94,5%

Coronavirus, da Moderna un vaccino efficace al 94,5%

Coronavirus, da Moderna un vaccino efficace al 94,5%

Il candidato vaccino anti-coronavirus messo a punto dall'azienda statunitense Moderna è efficace al 94,5%. L'annuncio è arrivato dalla stessa azienda, accendendo l'entusiasmo delle Borse. Un annuncio che segue quello di pochi giorni fa del colosso Pfizer, il cui vaccino si sarebbe dimostrato invece efficace al 90%. Per Anthony Fauci, immunologo e direttore dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Usa (Niaid), che ha collaborato allo studio, i dati di Moderna "sono straordinari, un'efficacia al 94.5% è impressionante". "Dopo i risultati simili - ha aggiunto - annunciati la scorsa settimana sull'altro vaccino della Pfizer, possiamo prevedere finalmente un impatto sulla pandemia. E' un grosso passo avanti e prevediamo dosi di entrambi i vaccini a fine dicembre per le categorie ad alto rischio". Vari candidati vaccini sembrano dunque avvicinarsi sempre più al traguardo, anche se le sperimentazioni non sono ancora concluse. E l'Europa anticipa i tempi attraverso accordi con diverse aziende al fine garantire un adeguato approvvigionamento. "Domani autorizziamo un nuovo contratto con Curevac per il vaccino contro il Covid-19, che ci permetterà di assicurarci fino a 405 milioni di dosi. Questo è il quinto contratto per il nostro portafogli di vaccini e stiamo lavorando ad un sesto con Moderna", ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. In questa fase, ha precisato, "non sappiamo ancora quale vaccino si rivelerà efficace: l'Ema li autorizzerà solo dopo una valutazione attenta ed è per questo motivo che abbiamo bisogno di un portafogli di vaccini ampio e basato su tecnologie diverse". Ogni Stato membro, ha inoltre assicurato, "riceverà il vaccino allo stesso tempo, su base percentuale, e alle stesse condizioni". Lo studio COVE per il vaccino mRNA-1273 di Moderna ha arruolato trentamila partecipanti e sono state somministrate al campione due dosi. La prima analisi preliminare ha visto 95 partecipanti con casi confermati di covid-19. Di questi, 90 facevano parte del gruppo cui è stato dato un placebo e 5 nel gruppo cui è stato somministrato il vaccino. Moderna intende ora presentare una richiesta d'autorizzazione all'uso per emergenza all'ente statunitense per il controllo dei farmaci Fda. Questa analisi preliminare "positiva del nostro studio di Fase 3 ci ha dato la prima conferma clinica che il nostro vaccino può prevenire Covid-19, incluse le forme gravi", ha dichiarato Stéphane Bancel, ad di Moderna. Il vaccino mRNA-1273 presenta anche facilità di distribuzione e stoccaggio dal momento che per la sua conservazione non sono necessarie temperature troppo basse. Rimane infatti stabile a temperature standard di refrigerazione tra 2° e 8° C per trenta giorni, e si prevedono condizioni di trasporto e conservazione a lungo termine a temperature standard da congelatore di -20° C per 6 mesi. L'azienda prevede di disporre di circa venti milioni di dosi entro la fine del 2020 da destinare agli Usa e fa sapere di essere "sulla buona strada" per la produzione totale fino a un miliardo di dosi nel 2021. Dal canto suo, l'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha annunciato l'avvio della procedura del rolling review per questo vaccino, ovvero il primo passo dell'iter di approvazione sulla base dei risultati preliminari degli studi. La stessa procedura è stata avviata pure per il vaccino messo a punto da AstraZeneca-università di Oxford-Irbm. A oggi, un'efficacia al 92% è stata annunciata anche per il vaccino russo Sputnik. Intanto, è scattata la fase 3 della sperimentazione per un altro candidato vaccino, quello della Janssen (società che fa capo alla multinazionale Johnson&Johnson), mentre Ema e agenzie regolatorie nazionali europee hanno preparato un piano speciale per il monitoraggio della sicurezza dei vaccini anti-covid, su come raccogliere e analizzare le informazioni che emergeranno una volta che saranno autorizzati. Si prevede che le aziende presentino rapporti mensili sulla loro sicurezza. Le speranze si accendono, dunque, ma la cautela è di rigore: "Bisogna vedere i dati, non si può fare una valutazione scientifica ponderata su una chiacchiera", è il commento del microbiologo dell''Università Padova Andrea Crisanti in merito all'assenza di pubblicazioni scientifiche per il vaccino Moderna e vari altri.

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