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Covid, boom di bambini ricoverati a Palermo, 38 in pochi giorni

Covid, boom di bambini ricoverati a Palermo, 38 in pochi giorni

Covid, boom di bambini ricoverati a Palermo, 38 in pochi giorni

Boom di ricoverati con il Covid all'Ospedale dei Bambini di Palermo. Secondo i dati sono ben 38 in reparto dal 1 agosto ad oggi, uno dei dati più alti mai raggiunti. A giugno in reparto ce n'erano solo tre, a luglio 14 in 30 giorni.

Un aumento esponenziale che deve fare riflettere. Come deve far riflettere il fatto che in reparto ci siano praticamente solo figli di non vaccinati. In più, come se non bastasse, tra i bimbi guariti, si diffondono le sindromi infiammatorie.

GLI STUDI

Dopotutto, è già stato dimostrato che con la variante Delta qualcosa era già cambiato. I bambini più piccoli (da 0 a 3 anni), pur non ammalandosi in maniera grave, hanno la una probabilità molto maggiore di trasmettere il Coronavirus ai propri familiari rispetto ai ragazzi tra i 14 e i 17 anni.

E' il risultato di uno studio dell'Agenzia per la Salute Pubblica dell'Ontario condotto tra giugno e dicembre 2020, secondo cui neonati e bimbi fino a 3 anni sono risultati avere la più alta probabilità di contagiare la propria famiglia, pari al 43% in più (rapporto di probabilità 1.43) rispetto agli adolescenti. Pubblicato su Jama Pediatrics, lo studio è stato condotto su 6.280 famiglie dell'Ontario.

LA VARIANTE

Sono risultati avere un tasso di trasmissione del Covid-19 più alto di quella fascia di adolescenti anche i bambini tra i 4 e gli 8 anni (il 40% in più) e tra quelli da 9 a 13 anni (13% in più). Mentre il numero di casi pediatrici di Covid-19 aumenta in tutto il mondo, si spiega nella ricerca, il ruolo di trasmissione dei più piccoli continuerà ad essere sempre più importante.

Se la fascia tra 0 e 3 anni sta facendo registrare i più alti tassi di trasmissione, bisogna considerare che le differenze di ciascun gruppo hanno implicazioni per la prevenzione delle infezioni all'interno delle famiglie e delle scuole, riducendo al minimo il rischio di trasmissione secondaria da parte delle famiglie.

Alcuni studi, si legge sempre nella ricerca, hanno rilevato che i bambini più piccoli hanno maggiori possibilità di essere asintomatici, il che è stato spiegato come la causa di una bassa infettività (i casi di trasmissione secondaria del virus sono molto minori tra gli asintomatici rispetto ai sintomatici).

Secondo la ricerca, una possibile spiegazione all'aumento di rischio di trasmissione del virus in famiglia del 40% nei bimbi tra 0 e 3 anni rispetto a quelli tra 14 e 17 anni, è che i bambini più piccoli non sono in grado di autoisolarsi dai loro caregiver quando sono malati.

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