Il Covid 19, oggi nella sua forma Omicron, è sempre più una malattia che colpisce i più giovani (anche se la letalità resta totalmente sbilanciata a sfavore della fascia degli over 70 e 80). Questo a ulteriore dimostrazione che il vaccino protegge e che oggi è quanto mai necessario accelerare le vaccinazioni nella fascia d’età 0-19 anni, per la quale da inizio pandemia si sono registrati già 1.182.094 casi su 6 milioni e mezzo totali.
Interessante a tal proposito il focus realizzato dall’Istituto Superiore della Sanità e inserito nel report del 5 gennaio scorso.
La fascia d’età dai 5 anni in su è chiaramente quella con una copertura più bassa (ricordiamo che solo da dicembre si è resa disponibile la vaccinazione per i bambini). Ma anche i 12-19enni sono indietro con le vaccinazioni, 74,2% hanno già completato il ciclo di due vaccini, solo il 5,1% ha fatto il richiamo con la terza dose.
Impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri e decessi
Secondo i dati forniti dall’ISS l’efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione SARS-CoV-2 è pari a 77,6% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 64,5% tra i 91 e 120 giorni, e 41,6% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.
Prevenzione dal rischio di infezione grave
Rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa: 95,7% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 88,8% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni.
Nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 75% e al 97,8%.
Dario Raffaele
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