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Covid, per le mappe di Bruxelles la Sicilia in zona gialla

Covid, per le mappe di Bruxelles la Sicilia in zona gialla

Covid, per le mappe di Bruxelles la Sicilia in zona gialla

Il numero di persone contagiate dal virus in Italia è in veloce aumento e spaventa: nell'ultimo bollettino i positivi ai test sono passati da 4.259 a 5.057 e il tasso di positività è del 2,3%, in sensibile aumento rispetto all'1,8% del giorno prima.

I dati del monitoraggio settimanale

C'è inoltre un forte aumento dell'incidenza che passa questa settimana a 41 casi per 100 mila abitanti (i dati aggiornati a ieri) contro i 19 casi della settimana precedente. E soprattutto la circolazione della variante Delta è in aumento in Italia ed è ormai prevalente.

Sono 19 le Regioni e Province autonome classificate a rischio moderato e due (Basilicata e Valle D'Aosta) a rischio basso. Nessuna Regione e Provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto.

Questi i dati contenuti nella bozza di monitoraggio settimanale dell'Iss- Ministero della Salute sull'andamento dei contagi ora all'esame della cabina di regia e che saranno presentati oggi.

I dati della Fondazione Gimbe

E secondo i dati della Fondazione Gimbe, con i nuovi parametri a rischiare il cambio di colore potrrebbero essere diverse regioni, tutte del Sud, a cominciare dalla Sicilia.

In testa al rischio c'è la Calabria, con il 6% dei posti letto occupati in area medica e il 3% in intensiva, segue la Campania con il 5 e il 2% e al terzo posto troviamo la Sicilia con il 5 e il 3%.

Poi ci sono la Basilicata con il 5% in area medica e 0% in terapia intensiva e la Sardegna con il 4% e l'1%.

Almeno per il momento queste percentuali non dovrebbero portare a un cambiamento del "colore" delle regioni perché i nuovi parametri della cabina di regia lasciano a 50 per 100mila abitanti l'incidenza per passare dalla zona bianca alla zona gialla e fissano per l'ingresso in zona gialla la soglia al 10% per le terapie intensive e al 15% per le ospedalizzazioni.

Per Bruxelles Sicilia in giallo

Ma a Bruxelles l'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha pubblicato le mappe aggiornate sull'incidenza del contagio da Covid, con i numeri di casi per abitante.

E ha inserito in zona gialla la Sicilia insieme con Lazio, Veneto e Sardegna.

Incremento del 115% delle infezioni

Secondo la fotografia dell'andamento epidemiologico che emerge dai dati di Gimbe la settimana 14-20 luglio, rispetto alla precedente, mostra un incremento del 115,7% di nuove infezioni, cioè 19.390 rispetto a 8.989.

Crescono, dopo mesi, i positivi (49.310 rispetto a 40.649) mentre sono ancora in calo i decessi (76 rispetto a 104, ossia il -26,9%).

Gli scienziati, raddoppio dei ricoveri

Tra gli scienziati c'è chi avverte, come nel caso dell'epidemiologa Stefania Salmaso: "Se raddoppiano i casi, dopo quattro o otto settimane vedremo anche il raddoppio dei ricoveri. Ma a quel punto sarà troppo tardi per intervenire, perché ci saranno già troppi infettati in giro".

C'è chi invece dà una lettura più incoraggiante, spiegando che la situazione epidemiologica è completamente cambiata rispetto a pochi mesi fa, perchè il 52% degli italiani è già vaccinato.

"Ma i numeri vanno letti tenendo conto di tutti gli indicatori a disposizione, ha sottolineato Roberto Cauda, direttore dell'Unità di Malattie infettive del Policlinico Gemelli-Irccs di Roma.

I vaccinati proteggono tutti

"È vero - ha sottolineato - che secondo i vecchi parametri, alcune regioni che registrano un numero crescente di contagi rischiano di abbandonare la zona bianca, ma la realtà è che l'attuale situazione epidemiologica è cambiata, quindi i parametri per stabilire il sistema dei colori non può essere lo stesso usato nel 2020. Per esempio nel caso del Lazio, corrisponde a verità che ha avuto un aumento repentino di casi, ma è tuttavia una regione con un numero consistente di vaccinati. Quindi qualsiasi decisione dovrà tenere conto di questo fattore".

Numerosi contagi tra i giovani

"Certamente - ha poi affermato - c'è un alto numero di contagiati, specie tra i giovani, ma quello che emerge in particolare è che crescono le persone in isolamento domiciliare. Ossia, anche i giovani rischiano di finire in ospedale ma in misura enormemente minore rispetto agli over 60".

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