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Covid e anziani: l’impatto delle nuove ondate sulle Rsa

Covid e anziani: l’impatto delle nuove ondate sulle Rsa

Covid e anziani: l’impatto delle nuove ondate sulle Rsa

Fragilità personale ed accresciuta probabilità di contrarre il coronavirus SARS-CoV-2. Un binomio ormai consolidato in medicina, al pari del ruolo dei vaccini nell’ottica della riduzione del rischio di ricovero, secondo quanto rende noto, a maggio scorso, la fondazione Umberto Veronesi, sottolineando il ruolo della quarta dose negli anziani e negli individui immunocompromessi nel ridurre ulteriormente il rischio di ricovero e decesso per Covid-19, sulla scia delle risultanze di autorevoli riviste scientifiche quali Nature Medicine e New England Journal of Medicine.

Anziani e Rsa di fronte alle varianti Covid

Prendendo in esame la fascia di età con partenza dalla terza età molti interrogativi, oggi, si pongono per la cura dei pazienti, come la gestione dei focolai presenti nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA), la pericolosità delle varianti virali attualmente in circolo, il loro possibile impatto infettivo durante le stagione autunnale e, appunto, l’efficacia dei vaccini nella protezione di questa delicata fascia di età.

Abbiamo sentito la dottoressa Katia Carpi, medico esponente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), in merito all'incidenza di questa ondata "estiva" e sulle prospettive per i più anziani.

Cosa può dirci della pericolosità della variante indiana (sottovariante di Omicron, denominata Omicron BA.2.75) per gli anziani?

“L’anziano è una persona fragile, un dato innegabile, abbiamo ancora tutti ben presente gli effetti devastanti del Covid in alcuni anziani. Ora, se questa variante è sicuramente meno problematica, verosimilmente in quanto siamo tutti più protetti dal vaccino, non dobbiamo mai abbassare la guardia in quanto non possiamo attualmente prevedere in quale modo evolverà il virus in futuro. Certamente i nuovi vaccini, attivi anche sulle più recenti varianti, saranno fondamentali per limitare ulteriormente la diffusione del virus e gli effetti più gravi di questa malattia”.

A suo avviso quale sarà la diffusione di Omicron e, in particolare, della variante indiana nel prossimo autunno?

“La variante indiana potrebbe essere più contagiosa della Omicron 5, quindi va monitorata molto attentamente. Come è successo per le scorse ondate, è verosimile che, con l’arrivo dell’autunno, la situazione epidemiologica possa peggiorare. Dobbiamo attendere e tenerci preparati”.

Cosa rischiano gli anziani, esistono focolai nelle RSA?

“I focolai nelle RSA continuano a svilupparsi ma, fortunatamente, i vaccini hanno reso le conseguenze cliniche molto meno gravi rispetto a quelle sviluppate durante le prime due ondate. Grazie ai vaccini decessi e ospedalizzazioni si sono drasticamente ridotti. Non di rado, anche negli anziani, l’infezione ora decorre in modo asintomatico e la positività al Covid-19 viene riscontrata casualmente durante gli screening. Ciò non toglie che la persona anziana, in quanto fragile e spesso affetta da comorbilità importanti, sia sempre a rischio di sviluppare forme gravi di malattia”.

Quali mezzi di protezione suggerisce per evitare la contrazione dell’infezione, in particolare nel caso di familiari di pazienti? E cosa consiglia invece ai familiari e ai pazienti in caso di reinfezioni?

“L’attenzione e le precauzioni debbono rimanere sempre la nostra priorità. Sicuramente l’utilizzo della mascherina, meglio se FFP2, dei guanti e di una frequente igienizzazione delle mani, sono fondamentali per ridurre la possibilità di trasmissione dell’infezione. In caso di reinfezione, i provvedimenti rimangono attualmente invariati rispetto alle ondate precedenti, l’isolamento rimane la strategia fondamentale per evitare il contagio. L’arma più potente che abbiamo rimane tuttavia sempre il vaccino, soprattutto se in autunno avremo a disposizione i vaccini aggiornati contro le nuove varianti”.

E rispetto ai vaccini, consiglia una quarta dose obbligatoria o una quinta, in quali casi? A partire da quale età?

“La quarta dose è assolutamente consigliabile per le fasce più delicate della popolazione come le persone che, a causa delle patologie di cui sono affette, risultano particolarmente a rischio di sviluppare forme gravi di malattia. Quindi, sì alla quarta dose per tutti i soggetti over sessanta, gli immunodepressi, i soggetti fragili (le cui patologie sono definite dal Ministero della salute) e gli ospiti delle RSA. La necessità di ulteriori dosi o di ampliare ulteriormente la platea dei soggetti vaccinabili dipenderà dall’evoluzione della situazione epidemiologica”.

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