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Quanto costa in Sicilia un vaccino anti-covid?

Quanto costa in Sicilia un vaccino anti-covid?

Quanto costa in Sicilia un vaccino anti-covid?

Nella seduta plenaria del Parlamento Europeo tenutasi lo scorso febbraio, la deputata francese Manon Aubry, capogruppo della sinistra europarlamentare, ha attaccato duramente la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, accusandola di essersi inchinata a Big Pharma, al cartello delle case farmaceutiche che da sempre detta legge su prezzi e normative del settore senza che neanche i supremi organismi politici comunitari riescano ad arginare questo strapotere.

Anche per i vaccini anti Covid la sensazione è che i grandi leaders farmaceutici abbiano deciso tutto, sostituendosi al vertice Europeo col risultato della scarsa chiarezza sui contratti stipulati di cui si conosce ben poco, a cominciare dai prezzi dei vaccini in Europa. Anche se, a tal proposito, il velo di segretezza che ammanta gli accordi stipulati dalla Commissione europea con i produttori di vaccini anti Covid è di recente caduto grazie a un tweet della sottosegretaria al Bilancio Eva De Bleeker, tweet quasi subito rimosso ma non prima che qualche solerte giornalista ne avesse fatto uno screenshot. Oggi sappiamo quindi che la Commissione europea, e quindi anche l’Italia, paga 12 euro per il vaccino Pfizer, 14,7 euro per il vaccino Moderna e 1,78 euro per quello AstraZeneca, l’unico al solo costo di produzione. Non sappiamo ancora quanto verrà pagato quello Johnson & Johnson che è in attesa dell’autorizzazione da parte dell’Ema ma in America costa 8,5 dollari.

Si può allora affermare che in Italia ogni vaccino Pfizer costa 14,7 €? No! E nemmeno siamo in grado di dire quanto costino gli altri. Perché no? Quello corrisposto alle case farmaceutiche è il costo vivo del vaccino, della fiala destinata ad essere inoculata nel braccio del vaccinando. Ma a questo vanno inevitabilmente aggiunti i costi della siringa, dell’alcool con cui viene disinfettata la cute, del batuffolo di cotone, del cerotto che viene applicato dopo l’iniezione intramuscolo. Costi irrisori se considerati singolarmente ma se proviamo a moltiplicarli per i milioni di vaccini da somministrare la cifra può diventare esorbitante, a prescindere dal fatto che la ormai famosa siringa luer lock (ad avvitamento) da 1 ml, scelta dal Commissario Arcuri per l’Italia, costa 2,5 volte in più di quelle tradizionali. Anche questi rientrano comunque tra i costi “vivi” dei vaccini anti Covid.

Ci sono poi da aggiungere, ma sarà difficile quantificarli esattamente nel loro complesso, i costi relativi alla campagna mediatica di sensibilizzazione della popolazione sull’importanza della vaccinazione, dagli spot televisivi firmati dal Regista Tornatore (peraltro di pregevole fattura) al progetto Primula anti Covid, quelle strutture a fiori disegnate dall’architetto Stefano Boeri destinate ad essere installate nelle piazze italiane ma che il presidente Draghi ha adesso stoppato, sostituendo lo stesso commissario Arcuri e affidando il ruolo di Commissario anti Covid al Generale di Corpo d’Armata, Francesco Paolo Figliuolo, uno con un curriculum da riempiere un intero rotolo di papiro. Ma i costi maggiori, che sarà ancor più difficile quantificare, saranno quelli relativi al pagamento del personale sanitario impegnato nella campagna vaccinale. Sì, perché i vaccini anti Covid non sono auto-iniettanti e vanno fatti in ambiente protetto, da personale sanitario (medico e infermiere) che va reclutato ad hoc e che va quindi retribuito. Lo stesso Arcuri, prima di essere rimosso, aveva lanciato un Bando nazionale proprio per il reclutamento di questo personale sanitario, ma il Bando commissariale non ha avuto grande fortuna e le Regioni stanno provvedendo autonomamente.

Anche in Sicilia si stanno allestendo, al posto delle Primule fortunatamente mandate in soffitta prima ancora della loro installazione, gli Hub di vaccinazione anti Covid: ne sono previsti 9, uno per provincia. Il primo è stato inaugurato il 24 febbraio scorso al Padiglione 20 della Fiera del Mediterraneo di Palermo, dotato di ben 120 box per la vaccinazione, aperto 7 giorni su 7, per 12 ore al giorno. Queste postazioni saranno presidiate da altrettanti medici e infermieri, un vero e proprio esercito di camici bianchi e di tutine verdi reclutate dal Commissario per l’emergenza Covid per la provincia di Palermo, Renato Costa, che si vanno ad aggiungere ai medici reclutati per le Usca e l’esecuzione dei tamponi, sempre effettuati alla Fiera, oltre al personale amministrativo di supporto.

Probabilmente la partenza dell’Hub della Fiera di Palermo è stata balbettante, ma è nell’ordine delle cose. I costi del personale medico impiegato nella campagna vaccinale variano da 40 €/ora per i medici neolaureati ai 60 €/ora per i medici specializzandi, che vale a dire da 480 € a 720 € per 12 ore di vaccinazioni. Moltiplicato per 7 giorni, per ciascuna postazione il costo del personale medico impegnato varia da 3.360 € a 5.040 €. Quindi sulle 120 postazioni previste alla Fiera di Palermo il costo settimanale sarà pari, mediamente attorno ai 500.000 €, ma non sappiamo ancora i costi relativi al personale infermieristico e amministrativo. E questo soltanto a Palermo, perché questi Centri Vaccinali saranno operativi anche nelle restanti Province, anzi a Catania è già stato inaugurato quello allestito presso l’ex Mercato Ortofrutticolo.

I dati forniti sulla prima settimana, anzi sui primi 6 giorni di attività vaccinale presso la fiera del Mediterraneo, dicono che sono state eseguite 7.862 vaccinazioni, una media di 1.310 al giorno, 109 inoculazioni l’ora, che su 120 postazioni fanno la bellezza di 0,9 vaccini somministrati in un’ora. Non chiediamo al Commissario Costa di andare come Gianni Morandi a cento all’ora, ma a uno all’ora ci sembra fin troppo poco!

Alla fine della fiera (è solo un modo di dire), a questi ritmi, per ogni vaccino Pfizer saranno spesi 12 € per la dose, circa 1 € per la siringa e gli annessi e connessi e una media di 50€ per il medico, per un totale di 63€ a dose di vaccino che va moltiplicata per 2 visto che dopo la prima somministrazione sarò necessario fare il richiamo, quindi il risultato finale è pari a 126 € per ciascun vaccinato, senza considerare il costo del personale infermieristico e amministrativo addetto all’accoglienza, alla compilazione di schede e consensi informati.

Se questo dovesse continuare ad essere il costo medio in tutta la Sicilia, moltiplicando il costo unitario di 126 e a vaccinato per la popolazione da vaccinare che nella nostra Regione è pari approssimativamente a 5.000.000, pur volendo considerare che sarà vaccinato il 70% del “gregge” e quindi 3.500.000 di soggetti, il costo complessivo si attesterà, alla fine, attorno alla fantastica cifra di 441 milioni di euro.

Certo, è una cifra importante ma, citando il vecchio adagio, “la salute non ha prezzo, la sanità ha un costo”, la campagna vaccinale è operazione indispensabile per provare ad uscire dall’incubo in cui siamo piombati da oltre un anno. Tuttavia, non può essere sottaciuto come sia necessario l’incremento dell’attività perché non è pensabile che si proceda al ritmo di un vaccino l’ora, quando per la singola iniezione bastano appena 5 minuti. È evidente a tutti che bisogna cambiare passo e qualora i ritardi siano legati all’incertezza nell’approvvigionamenti dei vaccini anti Covid, è altrettanto chiaro che la macchina organizzativa messa in piedi a Palermo sia sovradimensionata rispetto, non alle esigenze, ma alle reali capacità vaccinali.

Bisogna che i responsabili della campagna vaccinale ripensino al modello organizzativo, evitando di sperperare ingenti risorse economiche che potrebbero, soprattutto in un periodo di così grave disagio, trovare un impego sicuramente migliore anche a beneficio della stessa sanità pubblica che, non dimentichiamolo, dalle nostre parti era e resta in perenne affanno senza che si riesca a intravedere un barlume di luce in fondo al tunnel.

Giuseppe Bonsignore
Cimo Sicilia

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