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Vaccino: uno studio indica in chi è migliore la risposta

Vaccino: uno studio indica in chi è migliore la risposta

Vaccino: uno studio indica in chi è migliore la risposta

La risposta al vaccino  è migliore nelle donne, nei soggetti più giovani, non fumatori e in assenza di patologie ad alto rischio di eventi cardio-vascolari e si mantiene anche dopo sei mesi dalla prima dose.

Questi, in estrema sintesi, i risultati di uno studio dell'Università Sapienza di Roma, presentati ieri presentato nel corso dell’assemblea della Facoltà di Medicina e odontoiatria. I risultati sono focalizzati sulla risposta anticorpale a distanza di 2 e 6 mesi dalla seconda dose di vaccino Pfizer-Biontech in 2065 operatori sanitari.

La ricerca, promossa e incentivata direttamente dalla rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, e dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba, ha messo in evidenza che a distanza di 2 mesi dalla seconda dose di vaccino, solo lo 0,14 per cento (3 soggetti) dei soggetti ha mostrato una insufficiente risposta anticorpale.

Il titolo degli anticorpi anti-S TrimericS ha mostrato valori mediani più alti nelle donne rispetto agli uomini e nei soggetti più giovani, riducendosi con l’età fino a livelli mediani nei soggetti sopra i 60 anni.

Inoltre, la presenza di patologie concomitanti, ad alto rischio di eventi cardiovascolari, come ipertensione, diabete e dislipidemia correlava con un più basso titolo di anticorpi. Anche il fumo sembra essere un importante determinante della risposta anticorpale. Infatti, i soggetti fumatori presentavano una risposta anticorpale significativamente più bassa rispetto ai non fumatori.

A distanza di 6 mesi dalla prima dose di vaccino, il titolo di anticorpi si è ridotto di circa il 75 per cento ma, la maggior parte dei soggetti mostrava ancora una buona risposta anticorpale: passando dalla mediana a 2 mesi di 626 AU/ml a quella a 6 mesi di 147 AU/ml. Inoltre, solo lo 0,8 per cento (12 soggetti) mostrava una risposta anticorpale insufficiente.  Il sesso è l’età si confermavano, anche dopo 6 mesi dalla somministrazione del vaccino, determinanti della risposta anticorpale con una più marcata riduzione dei livelli di anticorpi negli uomini e nei soggetti più anziani.

(Fonte: AGI)

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