Piccolo ma significativo avanzamento per il progetto del dissalatore di Trapani, uno dei tre impianti previsti in Sicilia (insieme a Gela e Porto Empedocle) con cui il governo regionale punta a contrastare gli effetti della siccità sempre più frequenti sull’isola.
Le temperature elevate di questi giorni, nonostante una primavera relativamente piovosa, confermano come la questione idrica resti prioritaria per i prossimi mesi e per il futuro della Regione.
La gestione dell’emergenza siccità affidata a Siciliacque
La cabina di regia per la realizzazione degli impianti è affidata a Siciliacque, società che dal 2004 gestisce il servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione di acqua potabile su scala regionale, partecipata al 25% dalla Regione Sicilia.
Il progetto rientra nel piano d’intervento coordinato dal commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, nominato dal Governo nazionale per fronteggiare l’emergenza idrica e recentemente riconfermato fino a fine anno.
Iter più complesso per il dissalatore trapanese
Fra i tre dissalatori previsti, quello di Trapani ha registrato il percorso autorizzativo più articolato, dovendo rispettare vincoli di tutela ambientale legati ai siti Natura 2000: “Saline di Trapani” e “Stagnone di Marsala e Saline di Trapani – Area marina e terrestre”.
Recentemente, Siciliacque ha presentato alla Commissione tecnico-specialistica della Regione (Cts) un’istanza per verificare l’ottemperanza delle prescrizioni ambientali fissate ad aprile scorso come condizione per il rilascio del parere favorevole.
Prescrizioni ambientali e misure di mitigazione
La Commissione ha ritenuto che il progetto garantisca la tutela degli ecosistemi sensibili, escludendo “ragionevolmente” impatti significativi sulla biodiversità. Tuttavia, ha richiesto l’adozione di ulteriori misure di mitigazione, da concordare con il WWF, ente gestore della riserva Saline di Trapani e Paceco.
Tra gli obblighi imposti, figura la predisposizione di un piano di monitoraggio marino da attivare sia durante la fase di realizzazione sia al termine della vita utile dell’impianto.
Caratteristiche tecniche del nuovo dissalatore
Lo sviluppo del dissalatore trapanese procede in parallelo con quello di Porto Empedocle, seguendo un piano articolato in due fasi:
Prima fase: impianto modulare e trasportabile
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Installazione di un nuovo impianto pre-assemblato presso il sito dell’ex dissalatore dismesso.
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Capacità produttiva: 96 litri al secondo (pari a 8.280 m³/giorno).
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Attività continuativa: 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
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Tecnologia: osmosi inversa con membrane ad alte prestazioni, ottimizzata per il trattamento dell’acqua marina tipica del Mediterraneo.
Seconda fase: raddoppio della capacità produttiva
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Realizzazione di un impianto fisso a Porto Empedocle, con capacità di 196 litri al secondo.
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Dopo il completamento, il modulo mobile iniziale sarà trasferito a Trapani, raddoppiando così la capacità produttiva locale.
Dissalatori siciliani: un investimento strategico per il futuro
La realizzazione dei nuovi dissalatori rappresenta una risposta concreta e strategica al cambiamento climatico e alla crisi idrica che minaccia la Sicilia. Un progetto complesso, che punta a garantire l’autosufficienza idrica regionale, ridurre la dipendenza dalle risorse naturali interne e assicurare approvvigionamenti stabili anche in condizioni meteorologiche avverse.
Simone Olivelli
1 Commenti
Il mafioso, il camionista, il politicastro, in casa di notte
Il sottosuolo della Sicilia e’ ricca di acqua, basta cercarla. Queste spese extra perché?