Chi entra nel mercato del lavoro in questi anni non ne uscirà prima dei 71 anni, età pensionabile stimata dall’Ocse nel nuovo report Pensions at a glance 2021. Questo dipende dai parametri utilizzati nel nostro Paese per determinare i requisiti per la pensione di vecchiaia, collegati alla speranza di vita tramite scatti di adeguamento e liquidando i trattamenti con un calcolo contributivo. Un sistema comune ad altri sei Paesi, che tuttavia porta l’età pensionabile ad essere tra le più alte oggi come in futuro, quando la media Ocse sarà di ben cinque anni inferiore. I dati di dettaglio sull’Italia sono forniti con relativa scheda annessa al report.
In futuro, chi ha fatto ingresso nel mercato del lavoro nel 2020 a 22 anni andrà in pensione a 71 anni, con un tasso di sostituzione netto futuro dell’82% (per un dipendente con reddito medio). Ad oggi, invece, formule agevolate come Quota 100 e simili consentono una “scappatoia”, che abbassano la media nazionale a 61,8 anni contro i 63,1 anni della media Ocse. Una situazione che potrebbe permanere ancora alcuni anni grazie alla Quota 102 e alle altre forme di pensione agevolata anticipata (come Opzione Donna) ancora in vigore.
Lascia una risposta