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Istat, tra 2004 e 2022 numero di donne occupate è aumentato di quasi un milione

Istat, tra 2004 e 2022 numero di donne occupate è aumentato di quasi un milione

Istat, tra 2004 e 2022 numero di donne occupate è aumentato di quasi un milione

Tra il 2004 e il 2022 il numero di donne occupate è aumentato di quasi un milione, a fronte di una riduzione di 154mila uomini, e l’incidenza delle donne sugli occupati è salita dal 39,4 per cento al 42,2 per cento, valore inferiore rispetto alla media Ue 27 (46,3 per cento). E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2023 dell’Istat. Nello stesso periodo, sul territorio la crescita complessiva dell’occupazione compendia un aumento di oltre 1 milione di occupati nel Centro-Nord e una diminuzione di quasi 300mila nel Mezzogiorno.

+2,2% retribuzioni primi 5 mesi 2023, inflazione +9%

Nei primi cinque mesi del 2023, rileva l’Istat, si osserva un rallentamento nella crescita dei prezzi, che comunque in media è ancora superiore al 9%, mentre l’incremento medio delle retribuzioni contrattuali fino ad aprile è rimasto contenuto (2,2%). Valori più elevati si registrano nel comparto pubblico (4,8%), per effetto dell’applicazione degli incrementi legati ai rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 siglati a partire da maggio 2022. Le previsioni dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato, depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati (Ipca-Nei), pubblicate dall’Istat a giugno 2023 riportano un marcato incremento per il 2023 (+6,6%) e poi una progressiva decelerazione per gli anni successivi (+2,9% nel 2024; +2% per il 2025 e il 2026).

Nel 2022 +784mila occupati rispetto al 2004, 349mila tra 65enni e oltre

Nel 2022 gli occupati di 15 anni e più in Italia sono cresciuti di 784mila unità rispetto al 2004. Alla crescita ha contribuito l’aumento di ben 349mila occupati nella classe dei 65 anni e oltre, la cui consistenza è raddoppiata, come diretta conseguenza del ritardo nell’età di pensionamento.

Neet un quinto dei giovani 15-29 anni: ragazze e stranieri guidano classifica

Nel 2022 quasi un quinto dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano, non lavorano e non sono inseriti in nessun in percorsi di formazione. Una ‘classifica’ guidata soprattutto dalle ragazze, pari al 20,5% della platea e dagli stranieri che presentano un tasso (28,8 per cento) superiore a quello degli italiani di quasi 11 punti percentuali. La distanza italiani-stranieri raddoppia nel caso delle ragazze straniere per le quali il tasso sfiora il 38 per cento. E’ il rapporto Istat 2023 ad aggiornare i dati sull’universo Neet il cui tasso, si legge ancora, “è di oltre 7 punti percentuali superiore a quello medio europeo e, nell’Unione europea, secondo solo alla Romania”. In generale tra il 2004 e il 2022 in Italia il tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni si è ridotto di 8,6 punti percentuali (al 43,7 per cento). Per i 50-64enni, invece, il tasso d’occupazione aumenta di 19,2 punti (al 61,5 per cento).

Tasso Neet oltre 7 punti percentuali superiore a media europea

In Italia, nel 2022 quasi un quinto dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione (c.d. Neet). Il tasso italiano di Neet è di oltre 7 punti percentuali superiore a quello medio europeo e, nell’Unione europea, secondo solo alla Romania. Il fenomeno interessa in misura maggiore le ragazze (20,5 per cento) e, soprattutto, i residenti nelle regioni del Mezzogiorno (27,9 per cento) e gli stranieri, che presentano un tasso (28,8 per cento) superiore a quello degli italiani di quasi 11 punti percentuali; questa distanza raddoppia nel caso delle ragazze straniere, per le quali il tasso sfiora il 38 per cento.

redazione

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