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Eni avvia la sperimentazione per la biofissazione di CO2

Eni avvia la sperimentazione per la biofissazione di CO2

Eni avvia la sperimentazione per la biofissazione di CO2

Eni avvia l’impianto sperimentale per la biofissazione dell’anidride carbonica ottenuta dalle micro-alghe grazie all’ausilio di luce artificiale LED.

L’impianto, realizzato presso il Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente, rappresenta per Eni un ulteriore importante passo avanti nell’ambito degli obbiettivi di decarbonizzazione ed economia circolare.

Il  progetto rientra nell’impegno della società verso gli obiettivi di riduzione dell’80% delle emissioni di anidrite carbonica entro il 2050.

Il processo di biofissazione consente di fissare l’anidride carbonica, sfruttando la fotosintesi clorofilliana, per valorizzare la CO2 come materia prima in prodotti ad alto calore quali farina algale per mercati alimentari e/o bio oli, utilizzabile nelle bio raffinerie.

L’impianto pilota, composto da 4 fotobioreattore, è integrato con fonti energetiche rinnovabili ed è basato su tecnologia Photo B-Othic, con cui Eni ha firmato un accordo di licenza. Tale tecnologia permette di diffondere la luce in maniera uniforme, sfruttando le lunghezze d’onda migliori per la fotosintesi e permettendo di modulare l’intensità della luce in base alle condizioni di crescita ottimale.

Qualora i dati di produttività giornaliera di biomassa, già promettenti, si confermino su più larga scala, l’impianto potrebbe arrivare a produrre 500 tonnellate di biomassa l’anno per ettaro, intrappolando circa 1.000 tonnellate di CO2.

 

Eloisa Bucolo

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